venerdì 20 gennaio 2012

Primo ascolto - Bruce Springsteen - We Take Care Of Our Own


La aspettavo, ma senza aspettarmi di avere un'illuminazione o di innamorarmene al primo ascolto e infatti direi che più o meno è andata così. We Take Care Of Our Own è il primo singolo del nuovo album di Bruce Springsteen, Wrecking Ball, che uscirà il 6 marzo e di cui si parlava da un po' di tempo nell'attesa di notizie ufficiali.
Le notizie ufficiali sono arrivate ieri: titolo, data di uscita e scaletta, appunto e la comunicazione dell'uscita del singolo per oggi stesso, quindi attesa nella notte e questa mattina finalmente l'ascolto. I sentimenti con cui mi avvicino al primo ascolto di una nuova canzone di Bruce sono sempre un po' complessi, la sua musica in questi anni è stata importante per me, una parte sostanziosa della colonna sonora della mia vita, qualcosa che molto spesso è andato oltre un semplice sottofondo musicale, quindi mi piacerebbe sempre trovarmi di fronte a qualcosa di cui innamorarmi incondizionatamente e le mie impressioni seguono questa altalena tra l'entusiasmo del fan e lo scetticismo del giudizio. Anche l'ascolto di questa nuova canzone mi ha risvegliato queste sensazioni ambivalenti, l'intro non mi dispiace, mi sembrava stesse partendo un bel pezzo di pop-rock radiofonico, sulle prime strofe l'idea era quella di un inno che se anche in studio non rende al meglio potrà essere molto più d'effetto dal vivo in uno stadio, poi andando avanti con la canzone inizia a sentirsi sempre di più una produzione che mi sembra semplicemente "troppo", troppi strumenti, troppi cori, troppi suoni, troppo di tutto. Quello che mi aspettavo da quest'album, viste le dichiarazioni, era un suono ruvido di chitarre che in questo singolo non c'è e anzi sembra lontano, certo, il singolo può non aver niente a che fare col resto dell'album, stiamo a vedere. Intanto mentre i suoni mi sembrano quelli di Working On A Dream, con quella ricerca di un equilibrio tra un classico rock muscolare e i suoni di un pop vintage, la melodia faccio più fatica ad afferrarla e mi ricorda addirittura una canzone di Vecchioni, anche se ora non riesco a farmi venire in mente quale, insomma, il primo impatto non riesce a convincermi del tutto, anche se ormai, arrivati all'incirca al trentesimo ascolto mi si è attaccata in testa, ma temo che così ci sarei riuscito anche con una canzone di Katy Perry; le canzoni però non vivono solo di impatto emotivo e di melodie orecchiabili e allora, analizzandola meglio, andando a vedere quello che Bruce voleva dire (e credo sia importante per lui, se la scelta del video è stata quella di mettere addirittura il testo davanti a un semplice collage di immagini), mi sembra che l'atmosfera qui sia quella di Born In The U.S.A. e insieme a quell'incedere marziale ci sia una tematica di ricerca ancora insoddisfatta che potrebbe di nuovo dar luogo a qualche interpretazione sbagliata, ma in fin dei conti sembra che la vacanza di "leggerezza" pop post elezioni di Obama che Bruce si era preso con WOAD sia finita e che senta di nuovo il bisogno di cercare una strada insieme al suo paese.
Dopo i primi ascolti continuo a pensare che la canzone potrebbe essere un buon inno rock da stadio, un'ottima apertura per i concerti anche, ma affidata solo alla E Street Band e senza tutti questi orpelli pop della versione su disco, spero anche che il disco nel suo insieme sia diverso, più ruvido, più rock, più chitarre e batteria e meno violini e cori, ma quello lo scopriremo solo a marzo.

2 commenti:

  1. In questi giorni zero tempo, sabato mi dedico all'ascolto pure io. Lui è inesauribile e non vedo l'ora sia giugno per buttare le mani al cielo. Ti faró sapere la mia impressione.

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  2. eheheheh, bene, sì, lui, a prescindere dal singolo, piaccia o meno la canzone, alla fine, dal vivo, è lo spettacolo migliore che si possa vedere, allora buon ascolto sabato e buon weekend! attendo la tua impressione

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