giovedì 28 aprile 2011

Specchio Riflesso - 28 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.
 



mercoledì 27 aprile 2011

"Come on, relax!" - "Uuuuummmmm, co' 'sto relax! Che ansia tremenda!"

Facciamo così, io adesso provo a spiegarvelo, poi non dite che non ve l'avevo detto, allora, in poche parole ieri non vi ha semplicemente detto che 17 anni fa avete rinunciato a pensare demandando a lui ogni vostra preoccupazione e che il discorso della democrazia ve lo dovete far andare bene solo quando sostenete che lui è lì perché l'avete votato e la maggioranza degli elettori lo vuole, ma non quando si parla di referendum e di sentire cosa avete da dire su una questione che vi riguarda. Ieri vi ha detto che non solo ha capito che vi piace farvi inculare, ma che quando lo fa vi piace anche dire "Sono la tua stronza, sono la tua stronza!"

martedì 26 aprile 2011

Specchio Riflesso - 26 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.



Faccetta abbronzata (o di bronzo)

Che ormai in Italia si possa dire qualsiasi castroneria, in special modo nei salotti televisivi, senza che i presenti scoppino fragorosamente a ridere sbertucciando chi ha aperto bocca per darle aria, è triste realtà. 
L'ultima funambolica uscita l'ho sentita questa mattina in un programma de La7, quando Gabriella Carlucci (per i distratti ricordo che è un parlamentare della Repubblica italiana. Ok, prendetevi qualche istante per rifletterci...), mentre sosteneva la sua brillante idea di riscrivere i libri di storia scolastici perché sono "di parte" e citava "Il sangue dei vinti" come esempio di testo dal quale prendere spunto (vi prego di leggere lo storico Sergio Luzzatto a questo riguardo), ha detto che "Faccetta nera" era un inno all'integrazione razziale e come tale era stato molto contestato nel Ventennio.

venerdì 22 aprile 2011

Little Thor

Sta per uscire Thor diretto da Kenneth Branagh e la Marvel ha preso uno spot già bellissimo e ne ha fatto una parodia altrettanto bella...

giovedì 21 aprile 2011

Alla faccia del mulitasking

Forse era meglio quando insultava Ligabue http://www.vascorossidancingproject.com/

Vodka negli occhi, tzè...


Vi è piaciuta ieri la storia della vodka da usare come collirio per accelerare gli effetti dell'alcol? Bene, siete già un passo indietro, qui si scopre che c'è di meglio, solo che questa Repubblica nel boxino a destra non ve la dice...

Specchio Riflesso - 22 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.


mercoledì 20 aprile 2011

Specchio Riflesso - 20 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.


martedì 19 aprile 2011

Specchio Riflesso - 19 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.



lunedì 18 aprile 2011

Specchio Riflesso - 18 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.


venerdì 15 aprile 2011

Specchio Riflesso - 15 aprile


Torna con colpevole ritardo, dopo due giorni di assenza, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.

martedì 12 aprile 2011

Suonerie e tavolette

Si son scambiati le suonerie... la piattaforma multimediale per restare in contatto con le tavolette... le tavolette... questo è il livello...

Chi volete libero? Barabba!!!

Ecco, io non sono un credente, però conosco le "cose di chiesa", sono cresciuto all'oratorio, ho studiato (vebbè, studiato) quattro anni dai salesiani, da ragazzino andavo a messa e quindi la materia la posseggo abbastanza. 
Ebbene, a me non pare che don Giovanni Bellò in questa mirabile intervista faccia una gran bella pubblicità alla Chiesa cattolica. Insomma, a me verrebbe voglia di darmi al buddisimo, all'islamismo, all'ebraismo, all'animismo, allo zoroastrismo, ma non al cattolicesimo. Ormai è chiaro che in Italia vale tutto, ma qui si è superata davvero la decenza. Credo, spero. Amen.

Specchio Riflesso - 12 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.

Un lettore scrive:
«Via Collegno angolo Via Peyron: dopo esser stati "ostaggio" dei lavori per tutto l'inverno, con amara sorpresa constatiamo dai cartelli che le ruspe riscaveranno nelle suddette vie dopo aver coperto ed asfaltato qualche settimana fa il manto stradale per i lavori di posa dei tubi del teleriscaldamento. Tutto questo con notevole disagio per parcheggi, viabilità, rumori, polveri, etc.
«Alla domanda, rivolta alle ditte, del motivo di tale curioso modo di operare, ci viene risposto che solo oggi hanno ricevuto dall'Aes i disegni con i collegamenti (gli "attacchi") da posare per collegare gli stabili che insistono su quelle vie.
«E dire che, mentre si scavava in inverno, alle stesse ditte era stato insistentemente domandato (senza ottenere nessuna risposta) come mai non venissero posate le condotte di raccordo per i diversi stabili che ne avevano fatto richiesta (entro il 20 novembre 2010). Fare buche e tappare buche, fare buche e tappare buche... chi pagherà per questa mancanza di comunicazione e coordinamento dei lavori?».
GIANPIERO B.

Eh, Gianpiero, che dire...è un'antica storia questa, ci aveva fatto già un monologo Paolo Rossi quasi 20 anni fa, di sicuro nel migliore dei mondi possibili avrebbero aperto, fatto tutto quello che c'era da fare e richiuso, chi pagherà invece non te lo sto neanche a dire, come sempre la risposta la sai già.

Una lettrice scrive:
«Avevo appena letto su La Stampa che cento tunisini provenienti da Lampedusa e ospitati nel Cpt di Corso Brunelleschi sarebbero stati dotati del previsto permesso temporaneo di soggiorno e rilasciati, liberi di andare per la città, quando sono uscita per recarmi, a fare la spesa al mercato dello stesso corso Brunelleschi. Solitamente parcheggio negli stalli posti all'angolo con via Bardonecchia. Stavolta ho trovato un posteggiatore abusivo, ad occhio e croce direi proprio tunisino. Tirare dritto o pagare il "migrante"? E temo che l'euro "dovuto", per il posteggio teoricamente libero, sia solo l'inizio».
MARIA ROCCA

Cara Maria, meno male che l'avevi appena letto, altrimenti magari non saresti riuscita a trarre le conclusioni, solo una domanda, oltre a dire che era "proprio tunisino", "a occhio e croce" diresti anche che è proprio uno dei cento appena arrivati?

Un lettore scrive:
«Invito il signor Gianpaolo Ceni che vorrebbe dei dissuasori in cemento antistanti i fabbricati di piazza Emanuele Filiberto 8-10-12 a venire a prendersi quelli abbandonati da anni nel controviale di corso Mediterraneo di fronte ai numeri civici 110-112-114-116 che, oltre a servire a nulla, impediscono l'ingresso agli stabili. La loro rimozione è già stata richiesta più volte al Comune ma è valsa a nulla perché il Comune non sa cosa farsene. Per favore venite a prenderli voi: ve li cediamo gratuitamente».
PIERO ROSSO

Oh, ed ecco che finalmente la rubrica (non la mia, quella vera) diventa DAVVERO di pubblica utilità, visto Gianpaolo? In meno di una settimana grazie a Specchio dei Tempi si è già risolta la questione, quindi andate a prendere i dissuasori, piazzateli sulla via e ricordati il consiglio, da domani sera tutti sul balcone a godersi lo spettacolo di chi non trova parcheggio...

Un lettore scrive:
«A proposito del collare tricolore sulla Mole Antonelliana, perché non approfittiamo delle prossime amministrative per chiedere a tutta la popolazione il parere sul suo mantenimento o la sua rimozione? Così per una volta vediamo che effetto fa la democrazia diretta così come fu inventata 25 secoli fa circa. Non starei a far cose troppo complicate e costose con voto segreto. Basterebbe un semplice Sì/No accanto al proprio nome nell'elenco elettorale (o su un elenco ad hoc, se l'originale non può essere alterato). Oppure un computer per seggio con un touch screen per sperimentare anche la votazione elettronica».
FRANCESCO S.


Grande Francesco, niente cose troppo costose, giusto un computer con touch screen per seggio... e poi facciamo una consultazione popolare per scegliere il colore quando alla prossima ristrutturazione ci sarà da ritinteggiare la facciata di Porta Nuova, una per decidere se mettere il semaforo all'incrocio di corso Cairoli con via Mazzini che premeva tanto a Ettore, una per l'utilizzo da dare all'Arena Rock, una per le posizioni di tutte le installazioni delle Luci d'Artista per l'anno prossimo, una per come potare gli alberi nei controviali, quando vuoi fermami...

lunedì 11 aprile 2011

Specchio Riflesso - 11 aprile

Torna anche oggi, in edizione ampliata per il recupero del weekend, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto, gli rispondiamo.

venerdì 8 aprile 2011

Specchio Riflesso - 8 aprile

Torna per il quarto giorno, puntuale come una calamità, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto e anche se oggi purtroppo non ci sono grandi temi, gli rispondiamo.

Un lettore scrive:
«Sembrava fatta, almeno stavolta, per l'Arena Rock: finalmente il gioiellino aveva trovato la sua giusta ed adeguata destinazione d'uso: tendopoli!
«Invece neanche stavolta l'area nata per ospitare concerti rock e subito rifiutata da gente come Duran Duran e Vasco Rossi verrà utilizzata da una città che l'ha pagata (cara) e poi, come tante altre sue creature, non sa come usarla (vogliamo parlare del Palafuksas, che dopo anni di abbandono solo da poche settimane ha finalmente cominciato a funzionare?)
«Una domanda: ma chi paga per il montaggio delle tende e la loro rimozione una settimana dopo?».
D.S.


Ciao D.S., (vogliam parlare del Palafuksas? Parliamone, è stata un'opera infinita perché ci hanno messo una vita, ma ce l'hanno messa a fare i lavori, quindi mi lamenterei di altro ma non dell'abbandono) rispondo molto velocemente alla tua domanda, ma secondo me, se guardi bene nel tuo cuore la risposta la sai già, paghiamo noi, io, te e gli altri che pagano le tasse.

Un lettore scrive:
«In Piazza Emanuele Filiberto, nelle ore serali, data l'alta affluenza di frequentatori dei vari locali, vengono parcheggiate molte auto lungo la carreggiata dove vige divieto di sosta.
«Essendo la carreggiata stretta, di fatto viene lasciata una piccola porzione di carreggiata alle autovetture che transitano.
Dovesse mai succedere qualcosa che richiedesse soccorso (vigili del fuoco; ambulanza) sarebbe di fatto impedito il transito di questi mezzi, con ovvie conseguenze.
«Gli abitanti di Piazza Emanuele Filiberto 8-10-12 sono nelle ore serali a rischio di non potere essere soccorsi per via del parcheggio selvaggio.
«Abbiamo già provato a rivolgerci ai Vigili Urbani, ma la risposta è stata che il problema era a loro noto e che hanno istituito un servizio di pattugliamento il sabato con telecamere per riprendere le auto in contravvenzione. Come consiglio, di rivolgerci come privati ad un'ufficio preposto per richiedere (a pagamento) eventuali dissuasori in cemento.
«Il problema invece dovrebbe essere preso un po’ più sul serio con rapida soluzione, poiché se dovesse succedere mai qualcosa, chi si dovrebbe ringraziare?».
GIANPAOLO CENI

Gianpaolo, chiedi chi si dovrebbe ringraziare, te lo dico io, chi parcheggia in divieto di sosta, loro dovresti ringraziare, conosco la situazione e non ho dubbi che il problema sia noto ai vigili, sarebbe difficile non accorgersene, certo, forse il carro attrezzi sarebbe più utile della telecamera, ma anche il loro consiglio non mi sembra così fuori dal mondo, siete gli abitanti di 3 condomini, anche a pagamento i dissuasori quanto costeranno, 50 euro l'uno a stare larghissimi? Se vi danno il permesso fatelo subito, pensate che soddisfazione la prima serata in cui li avranno posati, mettervi sul balcone con un mojito, anche voi parte della movida della zona, e guardare la gente che arriva e non può più parcheggiare lì.

Un lettore scrive:
«Due investimenti di pedoni e di sicuro un incidente fra auto in circa due mesi. E’ questo il triste resoconto della viabilità all’incrocio fra C.so Cairoli e Via Mazzini.
«Incrocio e attraversamento da sempre pericolosissimi per auto e pedoni, vuoi per la precedenza che ha sul controviale chi proviene da V. Mazzini (ma chi lo sa ancora che i controviali devono dare precedenza a destra?), vuoi per il doppio asse tramviario, vuoi per una scarsa visibilità per chi si immette sul viale centrale, vuoi per l’alta velocità di chi percorre C. Cairoli.
«Il Comune, già interessato molto tempo fa dalla Toro Assicurazioni, che ha sede proprio all’angolo, cosa fa? Dobbiamo aspettarci la tragedia?».
ETTORE PALAZZOLO

Ettore, scusa, io conosco benissimo quell'incrocio, lo conosco, ho letto la tua lettera, ci penso e non capisco.....perché sarebbe pericolosissimo? Che differenza avrebbe rispetto a mille altri incroci simili che ci sono in città e chissà quanti altri nel mondo? La precedenza che la via ha sul controviale è la stessa precedenza che hanno tutte le vie su tutti i controviali (chi lo sa? lo sapranno tutti quelli che hanno fatto scuola guida per prendere la patente, immagino), il doppio asse tranviario, va beh, fosse l'unico corso con controviali e sede tranviaria in tutta Torino, voglio dire, dopo un po'chi guida ci si abituerà anche, la scarsa visibilità io non la trovo, ma lì sarà una questione personale...
In fin della fiera la Toro Assicurazioni prima e tu adesso, cosa volete dal Comune? Che obblighi di nuovo tutti a nuovi corsi di scuola guida? Che metta un semaforo (e di conseguenza uno a qualunque incrocio di una via con un corso)? Che faccia un sottopassaggio? Non sarà un problema dei guidatori più che del Comune? Che poi, voglio dire, un incidente in due mesi non mi sembra sta media fuori dal mondo.

giovedì 7 aprile 2011

Specchio Riflesso - 7 aprile

Torna anche oggi, puntuale come una calamità, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto, gli rispondiamo.

Un lettore scrive:
«Sono un utente del Gtt e in modo particolare della linea 4. Con la presente vorrei portare all’attenzione della direzione di tale azienda l’uso dei cellulari da parte dei conducenti durante la guida del mezzo pubblico. È tollerabile e comprensibile se la telefonata ricevuta riveste carattere di una certa urgenza e dura pochi secondi, ma quando come qualche mattina fa il guidatore commentava (anche se chiuso all’interno della cabina si udiva benissimo) al cellulare di calcio, tecniche e formazioni, credo che questo non sia ammissibile.
«Al di là del dubbio dettato dal Codice della strada, ci sono anche norme di buonsenso che vietano l’uso dei cellulari durante la guida, soprattutto di bus o tram. Sarebbe opportuno che la direzione Gtt sensibilizzasse i propri guidatori a un comportamento più sobrio».
ALDO BUCCELLA

Caro Aldo, eri partito bene, ma poi ti sei perso un po'via, se tanto il codice della strada quanto le norme di buon senso vietano l'uso dei cellulari durante la guida, allora non è tollerabile nè comprensibile neanche se la chiamata ricevuta riveste carattere di urgenza e dura pochi secondi, anzi, se è pure di urgenza magari distrae e mette più in agitazione il conduttore che una serena chiacchierata su calcio, tecniche e formazioni, non è che ti ha dato fastidio che parlasse di una squadra che proprio odi? E poi, scusa, se volessi portare all'attenzione della direzione della GTT questa faccenda...perché scrivi a "La Stampa e non alla GTT?

Una lettrice scrive:
«Stamattina per l’ennesima volta mi sono scontrata con l’arroganza degli operatori del mercato di piazza Benefica. Ho lo studio in via Palmieri e la mia attività richiede la presenza in studio quasi sempre tutto il giorno, il più delle volte entro alle 9 ed esco alle 20.
«Ovviamente il parcheggio a pagamento è un balzello piuttosto pesante per chi come me abitando fuori città non può usufruire dei mezzi, balzello che si rivela ancor più pesante qualora, pur avendo l’abbonamento mensile, non trovo posto su strada e mi tocca portare l’auto al vicino garage con aumento del costo di 1,50 l’ora!
«Ora mi capita che arrivando la mattina frequentemente trovi i parcheggi (non quelli a loro regolarmente preposti e peraltro osservati) occupati da bizzarri segnaposto... cassette della frutta, stendini per abiti ecc. che tengono il posto per l’auto privata della moglie che sta arrivando o per il furgone di qualcuno che anziché usare lo spazio assegnatogli per il mezzo preferisce usare tale spazio per esporre più merce, preciso che il più delle volte il mezzo viene poi parcheggiato senza tagliando in quanto l’operatore appena vede gli ausiliari Gtt schizza a prendere un ticket da 50 centesimi ed è salvo!
«Ora mi chiedo: potrei io la sera uscendo alle 20 parcheggiare in strada la mia poltrona da ufficio in modo tale che la mattina, poiché è certo che sto arrivando, essa mi aspetti lì tenendomi il posto? Perché i signori operatori una volta scaricati i furgoni se non trovano spazio non vanno loro a parcheggiare in un garage a 1,50 l’ora? In fondo alle 14 sono già tutti a casa, o no?».
EMANUELA GIORDA

Grazie Emanuela, finalmente dopo 3 giorni una lettera con una domanda e non solo elucubrazioni e sfoghi (anche se su quello pure tu dai il tuo...). Chiedi se potresti parcheggiare la tua poltrona per tenerti il posto: la risposta è una sola: Sì, parcheggia la poltrona la sera alle 20 per tenerti il posto, questa città è una giungla e tu devi combattere con tutte le armi che hai, solo il più scaltro sopravviverà, poi però attenta che magari i "signori operatori" non scrivano a "Specchio dei Tempi" per lamentare la tua concorrenza sleale perché loro ce la mettono solo dalle 6 del mattino per 3 ore contro le tue 13, poi a quel punto tutti insieme vedete anche come mettervi d'accordo con quelli che lì ci abitano e vorrebbero parcheggiare la sera quando tornano a casa dal lavoro.

Una lettrice scrive:
«Leggo su
Specchio dei lavori senza fine nel giardino di Valle Ceppi. Anche in Borgo San Paolo abbiamo un fulgido esempio di celerità: il piccolo giardino di via Monte Albergian, una delle poche aree gioco per bambini nel quartiere, è chiuso per lavori di ristrutturazione sin dall’estate scorsa. Alcuni lavori sono stati fatti, ma da mesi ormai non si vede più nessuno all’opera.
«I ragazzi, stanchi di aspettare, entrano lo stesso per giocare scavalcando le recinzioni; i pensionati ovviamente non ce la fanno a scavalcare, e rinunciano a sedersi sulle panchine. Il cartello all’ingresso recita: inizio lavori 24/09/2010, durata 30 giorni».
M. B.

M.B. hai ragione su tutta la linea, dato che anch'io non vedo l'ora di diventare un pensionato che si siede sulle panchine e commenta i fatti del giorno, posso solo provare a darti un consiglio, organizza i pensionati per dare una decina di euro ai ragazzi, oppure offrirgli un gelato, e chiedetegli in cambio di divellere le recinzioni anzichè scavalcarle, i ragazzi non rischieranno più di farsi male scavalcando e i pensionati potranno tornare a sedersi sulle panchine.

mercoledì 6 aprile 2011

Specchio Riflesso - 6 aprile

Torna, puntuale come una calamità, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto, da ieri gli rispondiamo.

Un lettore scrive:
«Vorrei aggiornarvi sui lavori di ristrutturazione del ponte sullo Stura. Premesso che il Comune di Torino aveva annunciato la consegna del cantiere alla nuova ditta il 16/11/2010 con la previsione di fine lavori al 31/03/2011, la nuova ditta non aveva iniziato subito i lavori, nicchiando parecchi giorni. Quando finalmente hanno cominciato a lavorare si è capito subito che i mezzi di lavoro messi in campo erano inadeguati per pretendere di finire i lavori il 31/03/2011.
«Oggi, 04/04/2011, ho visitato il cantiere: stanno lavorando, devono aver capito che il 31/03/2011 è ormai trascorso, francamente non credo che finiranno in tempi brevi. I due cartelloni che il Comune fece mettere con le indicazioni di inizio e fine lavori sono stati “neutralizzati”: uno mascherato con un cartone bianco, l'altro abbattuto miseramente, forse per vergogna.
«L'assessorato alla Viabilità sta facendo l'ennesima figuraccia, ma questo non fa più notizia. Fanno tenerezza invece gli utenti del ponte che sono in coda dal 12 gennaio 2009 e soprattutto non sanno quando finirà questo inqualificabile disservizio dell'ente pubblico».
ILARIO MONACO

Gentilissimo Ilario, innanzitutto grazie per l'aggiornamento a nome di chiunque te l'avesse chiesto, i lettori o "La Stampa", però non ho capito una cosa, ci hai chiarito che il cantiere è stato consegnato a una ditta, quindi non sarà la ditta ad essere in ritardo? Voglio dire, non è la ditta e non l'assessorato alla viabilità a fare "l'ennesima figuraccia" e non è la ditta e non l'ente pubblico a fornire "questo inqualificabile disservizio"? Al massimo, nel caso, nel migliore dei mondi possibili, l'ente pubblico avrà fatto un contratto con questa ditta, ci saranno delle penali per il ritardo della consegna, l'ente pubblico pagherà meno i lavori e quindi ci sarà anche un risparmio dei soldi delle tue tasse, guarda il lato positivo...ma mi raccomando, non demordere, continua ad andare in giro cercando lavori pubblici non consegnati alla scadenza, potrai aggiornarci ancora e sicuramente ti impegnerà tantissimo tempo, a occhio non ti basterà una vita. Ah, e se riuscissi a migliorare le tue prestazioni e indignarti dopo un solo giorno e non più addirittura dopo quattro saremmo tutti ancora più entusiasti.

Un lettore scrive:
«Dall’inaugurazione della tratta Porta Nuova - Lingotto sono diventato un frequentatore della metropolitana.
«Il 28 marzo acquisto il mensile e lo convalido alla stazione Carducci. Mi accorgo che però la scadenza indicata è errata (31 marzo e non 30 aprile come previsto per i mensili). Telefono alla Gtt che mi conferma essere a conoscenza del problema, invitandomi presso uno dei loro uffici per la sostituzione del mensile. Dopo 45 minuti di coda (non dovuta) ho il mio nuovo mensile che timbro alla stazione di Porta Nuova. Venerdì 1 il classico pesce di aprile: il mensile è nuovamente rifiutato a tutte le stazioni.
«Ritelefono alla Gtt che mi conferma essere sempre a conoscenza del problema e invitandomi nuovamente presso uno dei loro uffici.
«Altri 45 minuti di coda mi aspettano nei prossimi giorni per la seconda sostituzione? O sarà ricevuto dal gentile ad Barbieri? «Magari riuscirò ad avere anche due parole di spiegazione e forse un cenno di scuse».
VALTER S.

Caro Valter, io capisco che tutto questo sia una bella rottura di palle, però da quello che scrivi mi sembra evidente che il problema sia che le macchinette della metro fanno un errore che la sostituzione di un biglietto magnetico cartaceo non può risolvere, a me va bene che la GTT sia a conoscenza del problema, ma trovo folle che non capiscano e non si siano accorti che se te lo sostituiscono e te quel giorno lo ritimbri, la macchinetta rifarà lo stesso errore, a te non è venuta inmente questa possibilità? Non potevi farglielo presente mentre ti proponevano una toppa peggio del buco? Comunque dai, d'ora in poi lo timbri il primo del mese e anche questa volta avremo fregato questa dannata tecnologia...solo non ho capito una cosa, se alla GTT ti aspetti che ti riceva l'a.d., perché hai scritto a "La Stampa"? Volevi che i biglietti venisse a cambiarteli Calabresi? E poi, soprattutto, perché la tua coda non è dovuta?

Un lettore scrive:
«Al casello di Avigliana della A32 ieri è «scomparsa» la porta riservata al pagamento con le carte (Viacard, Visa, ecc.). Si arriva dalla montagna, a terra ci sono le strisce blu che indicano la pista ma il cartello non dice più «carte», solo Telepass. Sono rimasto un po’ confuso, ho cambiato corsia e sono andato a pagare in contanti. La gentile operatrice, a domanda, ha rivelato che la scritta delle Carte è stata “occultata”. Perché? Non lo sa, o non vuole dirlo, o non può. Che la Sitaf non comunichi non è una novità. Molti lettori de “La Stampa” ricorderanno le code di Capodanno 2010, senza un cartello e senza uno straccio di avviso, 4 ore nette da Bardonecchia a Torino.
«Perché scompare la porta delle Carte? Forse perché i servizi fast-pay non costano niente all’utente e dunque non producono commissioni per le banche? O la Sitaf ha in mente qualche altra novità di marketing per confermarsi l’autostrada più cara del mondo? Per adesso l’unico risultato, a parte il disagio, è il pericolo: si arriva sul piazzale del casello e bisogna cambiare corsia, sperando che le auto dietro di te siano comprensive...».
GIULIO ZAMBRELLI

Giulio, Giulio, ma scusa, prendi esempio da Valter, pretendi di parlare con gli amministratori delegati, mica con la povera crista al casello che "a domanda ha rivelato che la scritta è stata occultata" innanzitutto mi complimento con te, chissà con quale astuzia, con quali sofisticate circonlocuzioni, sei riuscito a farle ammettere che la scritta fosse stata occultata, magari le hai detto: "eh, ma non c'è più il cartello?" e la sventurata rispose: "eh, già" e poi non ti ha saputo, voluto o potuto dire il perchè...Giulio, attento, ci sono anche delle altre opzioni, io non voglio essere uno di quei faciloni che si bevono la storia della povera casellante che "non sa" perché il cartello sia stato occultato, mi sono informato un po', al momento le teorie più accreditate sono due: la casellante lo sa benissimo, ma è stata rapita dagli alieni e non si ricorda perchè la scritta sia stata occultata, oppure la casellante è un'illuminata di Baviera, è parte di un complotto massonico che si propone di eliminare i servizi fast-pay, ma se te lo dicesse ti dovrebbe uccidere.
Ah, e per il risultato, cerca di tornare al disagio ed evitare il pericolo, tu ormai lo sai, quindi non fare che tutti i giorni arrivi al piazzale del casello e inchiodi per cambiare corsia, che poi più che sperare che le auto siano comprensive devi sperare che abbiano dei buoni freni.

martedì 5 aprile 2011

Specchio Riflesso - 5 aprile


Da oggi partiamo con una nuova rubrica: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto, da oggi gli rispondiamo.


Un lettore scrive:
«Mi capita spesso di percorrere il sentiero dedicato al fondatore dello scoutismo mondiale, sir Baden-Powell. Bisognerebbe che gli scout di Torino si preoccupassero di tenerlo pulito ed efficiente. Così non è. La passeggiata, che costeggia la Dora (Riparia) alle spalle dell'ospedale Amedeo di Savoia, è disseminata di siringhe e dei loro contenitori. Con un po' di buona volontà lo si potrebbe tenere in ordine e pulito. Com'è ora, proprio non va...».
NUCCIO MESSINA

Grazie Nuccio, ma il sentiero è degli scout o è del Comune? perché mi hai dato un'idea meravigliosa, adesso intitolo il cortile di casa mia a Berlusconi o ai fondatori della Juventus e poi sto al balcone con un margarita in mano a guardare i giovani di Forza Italia oppure Pepe, Motta e Iaquinta che strappano le erbacce.

Un lettore scrive:
«Perché non cambiare le regole del Superenalotto? In quasi tutti i Paesi occorre individuare 6 numeri su 50, in Polonia si sale a 6 numeri su 75. Solo in Italia occorre centrare 6 numeri su 90.
«Si renderebbero le vincite piu facili, più popolari, meno immorali».
MARIO

Mario, perché non evitare di giocare e basta? Se non vuoi nessuno ti obbliga, non regali soldi allo stato e vedrai che dopo non te ne fregherà niente neanche se i numeri da indovinare fossero 6 su 150. Voglio dire, sei stato anche a studiare quanti numeri si giocano negli altri paesi, se aggiungi anche quel tempo ai 5 o 6 €uri che sprechi ogni settimana...