giovedì 27 gennaio 2011

Squadra grande, squadra mia, la domenica mi tieni compagnia

Con il permesso del granata Rampa, oggi mi avventuro in un post bianco e nero.

Il quesito lo ha sollevato Mario Sconcerti, che tante volte ci fa incazzare ma stavolta ci ha preso, un paio di domeniche fa. Che cos'è oggi la società Juventus? Cosa vuole? Gran bella domanda. Che rispondere? Il binomio Elkann-Agnelli potrà mai anche solo sfiorare ciò che è stata la Juve dell'Avvocato e, prima ancora, quella del di lui padre? Noi tifosi siamo perplessi, molto, e fatichiamo a scorgere la luce alla fine del tunnel.

mercoledì 26 gennaio 2011

Prrrrrrrrrrrrrrr - Ma non doveva essere una risata a seppellirli?


In questa occasione, davvero, non voglio entrare nel merito politico di nessuna questione, nessuna destra e sinistra, Berlusconi sì e Berlusconi no, ho solo visto un fatto e di quello parlo, di questa telefonata, leggo di indignazione, di chi la trova fuori luogo, volgare, non succederebbe in nessun altro paese civile, va bene, ma chi la prende così, come chi l'ha ricevuta e ha ascoltato, annuito, provato ad argomentare, io non li capisco, l'ho pensato la prima volta che l'ho vista, poi l'ho riguardata e l'ho pensato ancora e più la guardo più me ne convinco....non è una questione politica, parlo di un signore di 75 anni che telefona a una trasmissione e parla in quella maniera.
Possibile che di tutti quelli che sono lì in studio, Lerner per primo che la riceve e dovrebbe rispondere, a nessuno dopo 10 secondi di questa telefonata, venga da scoppiare a ridere, dire di attaccare il telefono e andare avanti a parlare di cose serie?

martedì 25 gennaio 2011

Pagliaccia fuoriruolo

Molti di voi oggi avranno visto sul web, come è capitato a me, il video che mostra il sottosegretario Daniela Santanché (ho i brividi solo a scriverlo) mostrare il dito medio a Luciana Littizzetto durante il telegiornale de La7 condotto da Enrico Mentana, dicendo "Vorrei mostrarle l'anello"

lunedì 24 gennaio 2011

Posizioni e posizionamenti


No, niente, è che ieri sono andato a fare un giro in uno di quei megastore di tecnologia, videogiochi, hi-fi, musica e libri, ecco, soprattutto libri, una bella grande sezione di libri, come una libreria, ma grande, che quando ci sei dentro non ti ricordi neanche più di essere in un gigastore, ma perso tra gli scaffali, le copertine e le sezioni a un certo punto credi proprio di essere in libreria, ecco, le sezioni, a un certo punto, seguendo l’onda dei libri con le copertine un po’ zozze, vicino a quei libri Taschen che danno dignità grafico-artistica ad abbozzi di pornografia di due secoli fa, ho trovato la sezione “Letteratura Gay & Lesbica”, ma qualcosa non mi quadrava, in base a cosa i libri vengono posizionati in quel settore? Qual è la letteratura “gay & lesbica”? Quali stilemi deve avere?

giovedì 20 gennaio 2011

La difesa del colibrì

No, questa volta non ci casco. Troppe volte sono stato sedotto e poi abbandonato. E, allora no, questa volta manterrò una ferrea difesa dei miei sentimenti. L'Italia resterà cosa sua, di Silvius I. Niente da fare. Al bando le illusioni.

Quello del quale siamo spettatori è uno scandalo di proporzioni tali che avrebbe mandato a casa qualsiasi primo ministro di qualsiasi Paese in cui la moneta corrente non sia la pizza di fango o il nichelino di paglia. E non per merito di qualche forza sovrannaturale, semplicemente perché il politico, colto con il colibrì nel bungabunga, avrebbe avuto la decenza di dimettersi dinnanzi all'indignazione (incazzatura?) dell'opinione pubblica. Ma, come da più parti è stato scritto e detto in questi giorni, l'Italia non è un Paese normale e non lo è più da diverso tempo. 

mercoledì 19 gennaio 2011

La visione della finta mutanda da vicino


Nell'attesa di riuscire finalmente a completare il post che si sta componendo ormai da ieri, inizio a segnalare questo video, è il nuovo video di Amanda Palmer, già Dresden Dolls, ecco... ora facciamo finta che sia solo un video e non abbia niente a che fare con cose che stanno infiammando l'immaginario e riempiendo le pagine dei giornali e....NO, NON è stato girato nella discoteca sotterranea della villa del presidente del consiglio di uno stato europeo

mercoledì 12 gennaio 2011

Fiat voluntas tua

I tempi sono cambiati, stanno cambiando. E non in meglio. Questa parte di mondo, dopo essere andata fuori giri, fatica a ritrovare un suo normale passo. In particolare l'Italia, che sta per entrare nel diciassettesimo anno dell'infausta era berlusconiana, non sembra sapere dove andare a sbattere la testa. 
In questo clima, giovedì e venerdì si vota, alla Mirafiori, per il referendum sul piano di Marchionne (o giochiamo come dico io o mi porto via pallone, porte ed erba). In queste settimane ho sempre seguito con un certo disagio l'evolversi della vicenda. Disagio difficile da spiegare, istintivo, ben poco razionale. Ma se io dovessi votare che direi, sì o no? 


Non è una risposta così facile da dare. Io non lavoro in fabbrica, non ho mai messo piede alle officine Mirafiori, non ho mai avvitato un bullone e piantare un chiodo nel muro è già una fatica. Io non so come si possano mantenere uno o due figli e magari anche una moglie con 1200 euro al mese, ma so quanto è difficile vedere riconosciuti i propri diritti nel mondo del lavoro, qui nel nostro Belpaese, soprattutto se sei giovane e se non hai uno "sponsor". 
La disoccupazione morde l'Europa (e gli Usa) come un lupo famelico, mentre il mondo della finanza sembra essere tornato indifferente a tutto e tutti. Chi ha un lavoro se lo tiene ben stretto e ci mancherebbe.

Ho chiesto a mio padre, che è in pensione e che l'operaio l'ha fatto sul serio per una quarantina d'anni, cosa voterebbe lui. Mi ha risposto che direbbe sì, perché al lavoro non si può rinunciare, mi ha anche detto che, chiacchierando in giro, viene fuori che i vecchi operai sono per il no, i giovani per il sì, perché, dice, i primi sono alla fine del loro percorso lavorativo, i secondi invece hanno tutto da giocarsi. Al che gli ho domandato se non ritiene l'atteggiamento di Marchionne ricattatorio; mi ha risposto che sì, in parte lo è, ma che per avere si deve anche dare. Il vecchio operaio in pensione, quindi, crede a Marchionne quando dice che aumenterà gli stipendi e ammette che se per far ciò si deve rinunciare a dieci minuti di pausa o ai giorni di mutua attaccati alle vacanze o quando gioca la propria squadra del cuore (racconta che quando lavorava lui ce n'erano un botto), beh, allora il patto ci sta.

Questa posizione ha una sua logica e, pur mantenendo sempre il rispetto per chi fa un lavoro che non conosco, mi spingerebbe a dire che anche io voterei sì. Ma preferisco restare osservatore e rispettare quello che sarà l'esito delle urne. 

C'è però ancora un punto che mi pare nevralgico: la crisi c'è e c'è per tutti. E allora il fatto che un manager guadagni 430 volte quanto un operaio è profondamente sbagliato e non perché invidi il compenso multimilionario, semmai perché è offensivo nei confronti del lavoro dell'operaio. Ridursi il compensio sarebbe un gesto di sicura elegenza e di rispetto per la Fiat e i suoi uomini e donne.

sabato 8 gennaio 2011

Contra doppiaggium

Qualche sera fa ho visto alla tv una commediola hollywoodiana senza grandi preteste ma ok per passare una tranquilla serata divanato. Il titolo è Che fine hanno fatto i Morgan? (Did You Hear About The Morgans?) con Hugh Grant e Sarah Jessica Parker. 

La coppietta fighetta manhattiana finisce nel Wyoming in un programma di protezione testimoni. Com'è come non è, dopo poco dal loro arrivo in questa terra di cowboy repubblicani, si ritrovano in un mega supermarket dove l'impacciato Grant si trova accanto ad una donna che sta trafficando con un fucile, suo prossimo acquisto. La stessa, che poi si scoprirà essere la moglie dello sceriffo che li ospita, si avvicina a loro nel parcheggio, portando l'arma in una sacca a spalle. Al che l'eroina di Sex & The City dice, nella versione originale una roba del tipo, Toh, guarda, sta arrivando Sarah Palin... ebbene, i nostri geniali doppiatori hanno cambiato il nome Sarah Palin in Calamity Jane, come se nel 2010 in Italia non fossimo in grado di cogliere la citazione dell'ex governatore dell'Alaska... Quanta tristezza... Possibile che in Italia non si possa uscire dal giogo dei film doppiati? Dateci la possibilità di vedere al cine i film in lingua con i subs, vi scongiuro!