giovedì 27 gennaio 2011

Squadra grande, squadra mia, la domenica mi tieni compagnia

Con il permesso del granata Rampa, oggi mi avventuro in un post bianco e nero.

Il quesito lo ha sollevato Mario Sconcerti, che tante volte ci fa incazzare ma stavolta ci ha preso, un paio di domeniche fa. Che cos'è oggi la società Juventus? Cosa vuole? Gran bella domanda. Che rispondere? Il binomio Elkann-Agnelli potrà mai anche solo sfiorare ciò che è stata la Juve dell'Avvocato e, prima ancora, quella del di lui padre? Noi tifosi siamo perplessi, molto, e fatichiamo a scorgere la luce alla fine del tunnel.

Ancora poche ore e il mercato di gennaio sarà chiuso. Salvo colpi dell'ultimo metro, i nostri "rinforzi" sono due campioni del mondo: peccato però che non siano spagnoli e che quindi la coppa l'abbiano alzata cinque anni fa. Possiamo forse accenderci di entusiasmo per i ragazzini Branescu e Piazon? Forse saranno dei fenomeni, ma per ora sono adolescenti che nulla portano alla causa bianconera. E, allora, mentre vediamo Pazzini andare all'Inter e Van Bommel al Milan, siamo qui a chiederci: cos'è la Juve? Cos'è questa Juve?

La mia sensazione è che la festa sia finita, o almeno che sia finita per come eravamo abituati. Potranno essere contenti tutti quelli che hanno esultato quando ci hanno mandati a calci in culo in B: l'operazione sembra essere riuscita, non riusciamo più ad essere una squadra di vertice. Il rubinetto dei soldi non è chiuso, no, ma ne passano decisamente meno di quanti ne sgancino Moratti, Berlusconi e De Laurentiis (sì anche il Napoli adesso può più di noi), per non parlare della forza economica degli arabi, di Real e Barça, e, forse, anche della futura proprietà stars&stripes della Roma.

Quando commento con i fratelli bianconeri i nostri asfittici risultati, quando non disastrosi, è una gran piangersi addosso. Siamo stati abituati troppo bene ed è davvero improbo accettare questa nuova dimensione fatta di giocatori che, solo pochi anni fa, la Juve l'avrebbero vista dalla tivù o, al limite, da avversari impotenti. In estate sono arrivati in 11, ma quanti sono davvero un valore aggiunto? Quaglia fino all'infortunio, il biondo, che però non ha più benzina, Aquilani, seppur fragilino, e non mi viene in mente nessun altro. Aggiungiamo Melo, che rispetto allo scorso campionato è un'altra roba, e il bambino danese, che in prospettiva potrebbe davvero crescere molto. Inutile dire che siamo lontani anni luce dalla Juve che comprava Platini, Baggio, Vialli, il baby Del Piero, Zizou, Buffon, Trezeguet, Pavel e Lillo...

Così, mentre siamo angosciati dall'ennesima e probabile esclusione dalla Champions, in tanti guardiamo allo stadio di proprietà come ad una boccata di aria buona. Dovrebbe portare un po' di fresca in più in cassa e permettere acquisti di maggiore qualità. Intanto, spero che la scure di Platini si abbatta sulle società indebitate.

Non so se torneremo ancora a tirare schiaffi a destra e a manca, ma, se così non fosse, potrei anche non farmene un cruccio. Ad una condizione, però: almeno voglio andare allo stadio o sedermi davanti alla tivù e divertirmi. Facciamo una Juve stile Arsenal, con tanti giovani talenti che sappiano giocare al futbal. Perdere per perdere, almeno applaudo Nasri e non insulto Amauri.

2 commenti:

  1. e se fosse solo una questione di cicli? il nostro finito per ragioni fisiologiche e in più c'è stato il trauma di calciopoli che ha impedito un ricambio efficace.
    Eravamo bambini quando platini se andò e noi dovemmo sopportare allenatori come marchesi e maifredi e campaghe acquisti fatte con rush, zavarov, altobelli, tricella, luppi e de marchi...

    ci sono voluti 7 0 8 anni per tornare a vincere davvero e ripartire con un ciclo vincente. Durante quegli anni abbiamo vinto un coppa italia grazie a un gol di galia e (vado a memoria) una coppa uefa in finale con la fiorentina...

    Gli stessi cicli sono toccati al barca, al real, e al milan, tanto per fare alcuni esempi.

    forse dobbiamo metterci sotto coperta per un po' e aspettare che passi la nottata, ma facciamolo serenamente.

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  2. Io vorrei tanto avere lo slancio di fede del mio amico Fabio. Ma ahimè tutta questa gioia di andare a vedere questa piccola Juve io non ce l'ho. Il tifo c'è e ci sarà sempre, il problema è che l'evidente mancanza di risorse pari a quelle di Roma, Milan, Inter, Napoli, ecc dovrebbero essere compensate con una strategia che punta alla perfezione, che sceglie un percorso, ci crede e pianifica in virtù di quello. Io, perdonate il pessimismo, ma non capisco quale sia la strategia di prendere Toni e Barzagli.
    Non capisco perchè dopo anni passati a dire che avevamo il miglior settore giovanile d'Italia, ora quei ragazzi, tolto Marchisio (e quando non è rotto De Ceglie), giocano ovunque tranne che a Torino. Non capisco la storia di Konko, che prima abbiamo svenduto e poi provato a ricomprare per farci pure uccellare dal Genoa. Non capisco perchè devo tifare per Grygera sulla fascia destra e vedere Criscito al Genoa. Ma va beh, di errori se ne fanno, mi si dice. Io invece penso che alcuni non siano giustificabili, perchè non rientrano in nessuna strategia. Svendere ragazzi di 20-22 anni per prendere dei bolsi 34enni con la speranza di "vincere subito" si sta rivelando fallimentare. Non ci possiamo permettere Pazzini (però poi mi devono spiegare perchè ci siamo potuti permettere Martinez che è costato come Cavani) e allora andiamo a pescare qualche giovane talento.

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