giovedì 7 aprile 2011

Specchio Riflesso - 7 aprile

Torna anche oggi, puntuale come una calamità, la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa" per lamentarsi, complimentarsi, esprimere la propria indignazione o semplicemente raccontare qualcosa che sta loro a cuore; le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... eppure tante volte quella risposta la vorrebbero proprio, anzi, te la strappano proprio dal cuore, ecco, anche se nessuno ce lo ha chiesto, gli rispondiamo.

Un lettore scrive:
«Sono un utente del Gtt e in modo particolare della linea 4. Con la presente vorrei portare all’attenzione della direzione di tale azienda l’uso dei cellulari da parte dei conducenti durante la guida del mezzo pubblico. È tollerabile e comprensibile se la telefonata ricevuta riveste carattere di una certa urgenza e dura pochi secondi, ma quando come qualche mattina fa il guidatore commentava (anche se chiuso all’interno della cabina si udiva benissimo) al cellulare di calcio, tecniche e formazioni, credo che questo non sia ammissibile.
«Al di là del dubbio dettato dal Codice della strada, ci sono anche norme di buonsenso che vietano l’uso dei cellulari durante la guida, soprattutto di bus o tram. Sarebbe opportuno che la direzione Gtt sensibilizzasse i propri guidatori a un comportamento più sobrio».
ALDO BUCCELLA

Caro Aldo, eri partito bene, ma poi ti sei perso un po'via, se tanto il codice della strada quanto le norme di buon senso vietano l'uso dei cellulari durante la guida, allora non è tollerabile nè comprensibile neanche se la chiamata ricevuta riveste carattere di urgenza e dura pochi secondi, anzi, se è pure di urgenza magari distrae e mette più in agitazione il conduttore che una serena chiacchierata su calcio, tecniche e formazioni, non è che ti ha dato fastidio che parlasse di una squadra che proprio odi? E poi, scusa, se volessi portare all'attenzione della direzione della GTT questa faccenda...perché scrivi a "La Stampa e non alla GTT?

Una lettrice scrive:
«Stamattina per l’ennesima volta mi sono scontrata con l’arroganza degli operatori del mercato di piazza Benefica. Ho lo studio in via Palmieri e la mia attività richiede la presenza in studio quasi sempre tutto il giorno, il più delle volte entro alle 9 ed esco alle 20.
«Ovviamente il parcheggio a pagamento è un balzello piuttosto pesante per chi come me abitando fuori città non può usufruire dei mezzi, balzello che si rivela ancor più pesante qualora, pur avendo l’abbonamento mensile, non trovo posto su strada e mi tocca portare l’auto al vicino garage con aumento del costo di 1,50 l’ora!
«Ora mi capita che arrivando la mattina frequentemente trovi i parcheggi (non quelli a loro regolarmente preposti e peraltro osservati) occupati da bizzarri segnaposto... cassette della frutta, stendini per abiti ecc. che tengono il posto per l’auto privata della moglie che sta arrivando o per il furgone di qualcuno che anziché usare lo spazio assegnatogli per il mezzo preferisce usare tale spazio per esporre più merce, preciso che il più delle volte il mezzo viene poi parcheggiato senza tagliando in quanto l’operatore appena vede gli ausiliari Gtt schizza a prendere un ticket da 50 centesimi ed è salvo!
«Ora mi chiedo: potrei io la sera uscendo alle 20 parcheggiare in strada la mia poltrona da ufficio in modo tale che la mattina, poiché è certo che sto arrivando, essa mi aspetti lì tenendomi il posto? Perché i signori operatori una volta scaricati i furgoni se non trovano spazio non vanno loro a parcheggiare in un garage a 1,50 l’ora? In fondo alle 14 sono già tutti a casa, o no?».
EMANUELA GIORDA

Grazie Emanuela, finalmente dopo 3 giorni una lettera con una domanda e non solo elucubrazioni e sfoghi (anche se su quello pure tu dai il tuo...). Chiedi se potresti parcheggiare la tua poltrona per tenerti il posto: la risposta è una sola: Sì, parcheggia la poltrona la sera alle 20 per tenerti il posto, questa città è una giungla e tu devi combattere con tutte le armi che hai, solo il più scaltro sopravviverà, poi però attenta che magari i "signori operatori" non scrivano a "Specchio dei Tempi" per lamentare la tua concorrenza sleale perché loro ce la mettono solo dalle 6 del mattino per 3 ore contro le tue 13, poi a quel punto tutti insieme vedete anche come mettervi d'accordo con quelli che lì ci abitano e vorrebbero parcheggiare la sera quando tornano a casa dal lavoro.

Una lettrice scrive:
«Leggo su
Specchio dei lavori senza fine nel giardino di Valle Ceppi. Anche in Borgo San Paolo abbiamo un fulgido esempio di celerità: il piccolo giardino di via Monte Albergian, una delle poche aree gioco per bambini nel quartiere, è chiuso per lavori di ristrutturazione sin dall’estate scorsa. Alcuni lavori sono stati fatti, ma da mesi ormai non si vede più nessuno all’opera.
«I ragazzi, stanchi di aspettare, entrano lo stesso per giocare scavalcando le recinzioni; i pensionati ovviamente non ce la fanno a scavalcare, e rinunciano a sedersi sulle panchine. Il cartello all’ingresso recita: inizio lavori 24/09/2010, durata 30 giorni».
M. B.

M.B. hai ragione su tutta la linea, dato che anch'io non vedo l'ora di diventare un pensionato che si siede sulle panchine e commenta i fatti del giorno, posso solo provare a darti un consiglio, organizza i pensionati per dare una decina di euro ai ragazzi, oppure offrirgli un gelato, e chiedetegli in cambio di divellere le recinzioni anzichè scavalcarle, i ragazzi non rischieranno più di farsi male scavalcando e i pensionati potranno tornare a sedersi sulle panchine.

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