martedì 26 aprile 2011

Specchio Riflesso - 26 aprile

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.





23 aprile

Un lettore scrive:
«Mentre a Torino al Valentino vengono installate "opere" di arte moderna a cielo aperto, in Barriera di Milano un negoziante viene preso a sprangate da un marocchino, e il canile di via Germagnano è assediato dagli zingari con furti che superano i 60mila euro. Ma non basta. Alla cascina Marchese spuntano insulti e minacce sui muri contro i Vigili, e in corso Svizzera hanno puntato le forbici a un edicolante per un bottino di pochi euro. Ormai a Torino è presente l'Arte a carico del Comune e la Delinquenza a carico dei cittadini? E i politici cosa fanno? Sono presi dalla campagna elettorale e dalle liste patacca...».
MARINO BERTOLINO

Marino, va tutto bene, violenza e delinquenza sono un problema, ma qual è il nesso con le opere d'arte a cielo aperto? Si dovrebbe investire di più nella repressione della delinquenza e della sicurezza e va bene, ma secondo te deve essere fatto necessariamente a discapito della cultura? A leggerti così sembra che il tuo problema sia l'arte molto più che la sicurezza.

Un lettore scrive:

«Ho avuto la sfortuna di prenotare a fine gennaio un viaggio in Siria con Turisanda per il periodo pasquale . Come è noto, i disordini interni, scoppiati inizialmente in Tunisia, Egitto e Libia, dalla fine di marzo si sono diffusi in Siria, con pesanti repressioni delle manifestazioni, che hanno provocato almeno un centinaio di morti.
«In conseguenza di ciò, la Farnesina ha emesso una serie di comunicati allarmanti, l’ultimo dei quali, in data 13 aprile, diceva testualmente: “si consiglia di posticipare il viaggio in Siria, se non ci sono motivi di urgenza”. Quando mai un viaggio turistico è urgente? Eppure Turisanda ha confermato il viaggio e chi, come il sottoscritto, ha ritenuto rischioso andare, ha dovuto pagare pesanti penali per la rinuncia. E’ giusto che per motivi economici a me ignoti si debba a tutti i costi organizzare viaggi in Paesi sconsigliati dalla Farnesina, col rischio concreto di dovere poi organizzare dei rimpatri anticipati e forzosi?».
GIANNI MORETTI

Gianni, sai che davvero non ho capito niente? Allora, aiutami a mettere un po'd'ordine, tu hai prenotato un viaggio in Siria, dici che l'hai fatto sfortunatamente, ma immagino tu l'abbia fatto scientemente sicuro di poter fare un bel viaggio, dopodiché, questo sì sfortunatamente, in Siria si sono verificati disordini e la Farnesina ha consigliato di posticipare i viaggi, fin qui ci siamo. Poi? TU hai ritenuto rischioso andare e TU hai dovuto pagare delle penali, ma quali sono i motivi economici a te ignoti? Quale viaggio è stato organizzato a tutti i costi in un "paese sconsigliato" dalla Farnesina? Non hai prenotato a gennaio quando la situazione era tranquilla e i comunicati della Farnesina, di cui l'ultimo di aprile, sono successivi? Quindi il viaggio era già organizzato, non è stato organizzato dopo a tutti i costi? Ho capito bene? Non facevi prima a scrivere che ti han fatto pagare una penale che non volevi pagare anziché montar su tutta questa storia?

Una lettrice scrive:
«La Mole, simbolo di Torino e della sua eleganza. Gli stranieri vengono da ogni parte del mondo per fotografare questo monumento, ora sede di importantissimo museo, il Museo del Cinema.
«Tutti i cittadini di Torino forse non sanno che, se passa il progetto del piano regolatore che è stato proposto, dovranno in futuro fotografare la Mole "appoggiata" ad un palazzone di cemento armato di 7 piani che vi sorgerà a fianco. Sembra impossibile ! «Noi che siamo torinesi "puri", noi altri che siamo torinesi "acquisiti", noi che siamo torinesi "nuovissimi", tutti noi sappiamo riconoscere ed amare la bellezza e diciamo NO a un'assurdità del genere. Se tale scempio è stato progettato per rimpinguare le Casse del Comune, cerchiamo altre soluzioni, ma la Mole non si tocca....».
BEATRICE VICARIOLI

Beatrice, francamente, forse tutti i cittadini di Torino no, ma quelli a cui ti rivolgi che sono come te lettori de La Stampa, questa storia la sanno di sicuro e non la scoprono oggi da te, perché mi sembra che il giornale ne abbia già parlato a sufficienza fomentando gli invasati come te, tralasciando gli errori tecnici sul piano regolatore e la costruzione delle frasi per cui è difficile capire cosa volessi dire, il senso qual era? Quando dici NO parla per te, oh, magari ci sarà anche qualcuno a cui quel progetto piace, invece se la tua proposta era farti portavoce di quelli a cui questo progetto non va giù, mi spiace deluderti, ma temo sceglieranno qualcuno che argomenti un po'meglio.

24 aprile

Il presidente della Fondazione La Stampa-Specchio dei tempi scrive:
«Cari lettori, il Consiglio di amministrazione della Fondazione “La Stampa-Specchio dei tempi” ha approvato il bilancio delle attività per il 2010. Il documento consuntivo fotografa un sentimento d’affetto che si rafforza nel tempo, in un comune impegno di solidarietà verso chi soffre. Nel corso dell’anno abbiamo cercato di non dimenticare le popolazioni colpite dai terremoti in Abruzzo e ad Haiti che lottano per tornare a una normalità di vita dopo tanto dolore. A Barisciano e Poggio Picenze è stata consegnata agli alunni delle scuole costruite con la nostra sottoscrizione la prima delle tre borse di studio deliberate dai consiglieri.
Così come siamo vicini ai Padri Camilliani, impegnati nella ricostruzione dell’ospedale di Port-au-Prince e nell’opera di soccorso a favore di tanti bambini colpiti dal colera. La nuova camera operatoria ortopedica è quasi terminata e, con un ulteriore contributo, si potrà riportare in piena efficienza quella vecchia danneggiata dal sisma. Inoltre, grazie alle offerte raccolte, la Comunità laica “Casa Mia” – che ospita numerosi bimbi e anziani – ha avuto modo di recuperare gli edifici distrutti dal terremoto.
«E’ cresciuto anche l’impegno a favore degli anziani. La “Tredicesima dell’Amicizia” ha regalato nel dicembre scorso un sorriso a oltre 2500 persone sole e bisognose. La cifra raccolta ha superato un milione duecentomila euro e ci ha consentito di aumentare l’assegno a 450 euro. «La tradizionale sottoscrizione natalizia è stata uno dei dati più significativi del bilancio certificato, come di consueto, da una primaria società di revisione. La nostra Fondazione nel 2010 ha effettuato erogazioni per un totale di 5.369.767 euro. Grazie al vostro contributo abbiamo donato attrezzature e automezzi ad associazioni di volontariato. In particolare è stata consegnata all’Avis di Torino una nuova, moderna autoemoteca in sostituzione di quella che per più di trent’anni ha accolto i donatori di sangue davanti alla stazione di Porta Nuova. Migliaia di offerte hanno alimentato gli investimenti per il Centro Tumori di Candiolo e la sezione piemontese del “Comitato Gigi Ghirotti”.
Interventi che si aggiungono a quelli quotidiani per soccorrere persone in gravi difficoltà. «Sento di dovere un grosso grazie, dal profondo del cuore, a tutti coloro che ci hanno sostenuto con generosità nelle iniziative benefiche. Così come voglio ringraziare chi ci ha aiutato con lasciti ed eredità o destinandoci il cinque per mille nella denuncia dei redditi. Sono tempi difficili e il sentirvi vicino ci è di stimolo a proseguire nel nostro lavoro con impegno e serenità».
ROBERTO BELLATO

Oh, ecco, grazie Roberto, ridammi tu un briciolo di speranza, fammi capire che non tutto è vano, che queste colonne che sembrano l'inutile valvola di sfogo di una manica di cittadini che non sanno come perdere il proprio tempo sono solo la sordida facciata di un meccanismo che in realtà dietro le quinte funziona e fa qualcosa. Io lo capisco, voi pubblicate le lettere scritte dai casi più disperati così i lettori più inclini alle donazioni capiscono che c'è ancora tanto da fare, ottima mossa pubblicitaria.

Un lettore scrive:

«Martedì 19 in via Mazzini. Voglio acquistare un pacchetto di caramelle. Scorgo una tabaccheria, entro, individuo il pacchetto che volevo e lo poso, assieme a un euro di pagamento, sul banco davanti al tabaccaio. Questo abbozza, dice: "1 euro", prende la moneta e non mi considera più. Io rimango fermo e accenno solo un timido: "Ma...", al che lui, piuttosto infastidito, mi dice: "Cosa c'è? Cosa mi devi chiedere? Vuoi lo scontrino? Te lo faccio, tò", batte e mi porge lo scontrino.
Sono uscito arrabbiato senza avere le parole per dire nulla, ma questo atteggiamento non mi sembra normale, così come non mi sembra normale dover chiedere ogni santo giorno al mio barista in pieno centro lo scontrino per la colazione. Un giorno gli ho detto: " A me venire qua piace e voglio poter continuare a venire, però in modo onesto, per cui se vuoi che torni mi fai lo scontrino". Per una settimana ha funzionato, poi evidentemente è subentrato l'oblio. Sono stanco di sentirmi in imbarazzo quando chiedo che si rispettino le regole!».
DARIO SEGRE

No, Dario, no, davvero, va bene, ma no, basta, non è che potete scrivere sempre per ste storie degli scontrini e dei lavori del teleriscaldamento, ci sarà anche qualcos'altro o davvero in sta città gli unici problemi sono i negozianti che non fanno gli scontrini e gli scavi per il teleriscaldamento?

Un lettore scrive:
«Abito in via Zumaglia 21. Una decina di giorni fa, dopo 2 mesi che avevano spaccato i marciapiedi per rifarli, finalmente li hanno asfaltati. Adesso stanno rispaccando i marciapiedi per collegare il teleriscaldamento al palazzo. «E pensarci dieci giorni fa? Tanto paghiamo noi...».
C.T.

Ecco, appunto, il teleriscaldamento, basta...

Un lettore scrive:
«Prendo la metropolitana quotidianamente, percorrendo la tratta Principi d’Acaja-Massaua due volte al giorno. Segnalo che, almeno la metà delle volte, le scale mobili, interne o esterne, di una o dell’altra stazione, sono fuori uso. La malizia mi fa pensare che nelle altre stazioni la situazione non sia molto diversa. Qualcuno può spiegarci il motivo di questo continuo malfunzionamento?».
PAOLO C.

No, Paolo, la situazione non è molto diversa, anzi, se è possibile è pure peggio, alla fermata di corso Re Umberto la scala che porta all'uscita nord è più spesso bloccata che in funzione, in altre fermate ogni tanto la gente resta bloccata negli ascensori, alle fermate nuove c'è sempre gente che smadonna perché la macchinetta ha mangiato il biglietto e la settimana scorsa un sabato o una domenica è rimasto addirittura chiuso il pezzo nuovo da Porta Nuova al Lingotto, il motivo te lo dovrà spiegare la GTT, ma a occhio è che han fatto i lavori col culo.

26 aprile

Una lettrice scrive:
«Mi rivolgo a chi ha una qualche responsabilità dello sfascio che le ditte preposte al teleriscaldamento stanno perpetrando nelle periferie di Torino. Nella mia zona, via Carrera/corso Telesio, i cantieri sono stati chiusi circa un mese fa dopo circa un anno di lavori senza soluzione di continuità. Ora è di nuovo tutto sfasciato e transennato, col risultato di circolare senza sicurezza alcuna soprattutto per i nostri poveri anziani o per i portatori di handicap, senza contare anche i semplici cittadini che non hanno problemi di questo tipo. Tralasciamo il disagio del rumore, della sporcizia e della terra che ci respiriamo, altro che "polveri sottili"... Dovete anche sapere che è stato nuovamente buttato all'aria oggi un marciapiede che avevano finito di riasfaltare e sistemare ieri. Se non ci credete venite a controllare: via Carrera angolo corso Telesio fronte farmacia Lucente!».
PAOLA

No, Paola, non veniamo a controllare, tanto sappiamo che è così anche in via Zumaglia, i lavori per il teleriscaldamento... abbiamo capito...

Un lettore scrive:
«Leggo della spinosa questione dei banchi lasciati dagli ambulanti in corso Brunelleschi ed in corso Sebastopoli. Qui in corso Raffaello, se è possibile, la situazione è ancora peggiore, in quanto parecchi ambulanti lasciano i loro banchi in quelli che (solo in teoria) sarebbero i nostri posti auto, di fatto privando i residenti (che pagano alla Gtt il permesso annuale) della possibilità di parcheggiare. Questo fatto, unito ad una miriade di dehors, rende problematico il parcheggio in ogni ora del giorno».
G.D.P.

Eh, sì, la spinosa questione, di più, spinosissima, G.D.P., immagino che anche se non l'hai scritto avrete già fatto presente la questione ai vigili, io della questione non ne so molto, ma magari se quelli in teoria dovrebbero essere posti auto, allora ci possono stare auto con targhe di circolazione e tutto in regola oppure, previa autorizzazione dei banchi in certe ore del giorno. Se secondo te i banchi lì non ci possono stare, allora quando vuoi parcheggiare sposta un banco e mettici la macchina, vedrai che così la questione si risolve.

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