mercoledì 1 febbraio 2012

Specchio Riflesso - 1 febbraio

Lo so, l'assenza è stata lunga, ma ecco le risposte alle lettere mandate a Specchio dei Tempi negli ultimi giorni e se le lettere continueranno ad essere così inutili, noi continueremo a sentirci in dovere di rispondere...


29 gennaio

Un lettore scrive:
«L’Italia è la patria del “buonismo” ed anche la “legge” si mostra generosa verso chi delinque, concedendo, senza remora alcuna, permessi premio e regimi di “semilibertà”.
«Allo stesso modo gli uomini della Chiesa si prodigano per la concessione del perdono agli autori di crimini efferati.
«La pratica del perdono (tanto attenta verso i colpevoli quanto distratta nei confronti delle vittime) accomuna tutti coloro che sbagliano e si conferma come un ottimo viatico per il recupero sociale.
«Soltanto una categoria viene regolarmente dimenticata, quella dei divorziati, verso cui la Chiesa usa una straordinaria durezza, che porta addirittura alla estromissione dai sacramenti.
«I divorziati vengono espulsi come gli appestati mentre gli assassini sono accolti a braccia aperte nelle comunità religiose, come pecorelle smarrite che rientrano nel gregge.
«Non si capisce questa disparità di trattamento ed è palesemente assurdo che il “colpevole di divorzio” non solo non possa essere un soggetto attivo ma neppure un soggetto passivo dei sacramenti (il divorziato non può essere padrino nel battesimo o nella cresima).
«Ci sarà qualcuno che possa chiarire le cose che non si capiscono e che non si possono capire?».
A. BOGGIO

Caro A. certo che c'è qualcuno che può chiarire le cose che non si capiscono e non si possono capire (come questa tua frase, ad esempio), sono io, eccomi qua, vediamo se posso aiutarti. Tralascio tutta la parte su "buonismo", "legge" e "semilibertà" messi tra virgolette per chiarire il tuo disprezzo per i concetti e vengo al punto che più ti preme, l'esclusione dei divorziati dai sacramenti e, soprattutto, perché solo la loro.
A. la questione è abbastanza semplice, se vuoi far parte di un circolo, di una società o di un club ne accetti le regole e nel tuo caso le regole son quelle, la chiesa a cui ti piace appartenere ha deciso che i divorziati non possono partecipare ai sacramenti, poteva deciderlo per gli assassini o per i truffatori, poteva deciderlo per chi si mangia le unghie o per chi si veste di verde, invece l'ha deciso per i divorziati, è così, fattene una ragione, ci tieni tanto a mangiare l'ostia o a fare il padrino alla cresima di tua nipote? Cerca una religione dove te lo lasciano fare oppure fondane una tu, se aderisci alla mia, ad esempio, ti lascio anche fumare in chiesa.

30 gennaio

Un lettore scrive:
«Qualche giorno fa il presidente del Consiglio, prof. Mario Monti, ha affermato che a mettere le mani nelle tasche degli italiani sono gli evasori fiscali. Sarà pure vero. Ma chi, per primo, ha dato il buon esempio è proprio il governo: tra i tanti provvedimenti varati per salvare l’Italia dal crollo economico, ha pensato bene di anticipare di 84 giorni il termine che prescrive il valore delle lire.
«Lo ha fatto in modo molto semplice: spostando, a ritroso, la data dal 28 febbraio 2012 al 7 dicembre 2011. Senza preavviso. Così, io che avevo qualche migliaio di lire da convertire in euro, da quel giorno mi trovo in possesso di carta straccia.
«Ho sempre rispettato le leggi emanate dallo Stato, delle quali mi fidavo, ma questa volta sono rimasto deluso. Il 28 febbraio 2012 era una data sancita appunto da una legge, in vigore da ormai dieci anni. Per me era un punto di riferimento che credevo intoccabile. Anticiparla significa aver ingannato non soltanto me, ma migliaia di persone. Infatti, leggendo i giornali, ho appreso che nelle case degli italiani giacciono ancora 2500 miliardi di lire non convertite, pari a 1,3 miliardi di euro. Un bel tesoretto che, se avessimo potuto convertire in euro, avrebbe contribuito a “far girare l’economia”».
MARIO COBERCHIO

Sì, Mario, io sarei anche d'accordo, il 28 o 29 febbraio (sulla data le fonti sono discordanti) era una data sancita da una legge in vigore da 10 anni e tu ci facevi affidamento, ok, va bene, ma io anche con tutta la buona volontà non riesco a capire perché ci facessi riferimento, perché con le lire in casa tu abbia aspettato 10 anni e volessi aspettare fino all'ultimo giorno utile per andare a cambiarle, perché? Ti prego, spiegamelo, perché? Perché?
Ah e poi, Mario, tranquillo, che per carità, i soldi sono soldi e soprattutto in periodi come questo anche pochi euro sono importanti, però non so cosa ti aspettassi, ma va che qualche migliaio di lire son 4 o 5 euro eh...

Un lettore scrive:
«A partire da gennaio il costo di un caffè all’interno dell’area del nuovo stadio Juventus è passato da un euro a un euro e cinquanta.
«Mi chiedo se tali aumenti sono giustificati o se sfruttano una sorta di regime di monopolio di chi vince l’appalto per i servizi di ristorazione durante le partite.
«Non conosco le norme che regolano questi contratti ma il buon senso vorrebbe che, vinto l’appalto, qualcuno vigilasse sui prezzi».
SEGUE LA FIRMA

Non vorrei ripetermi, dai, ve l'ho già spiegato il 7 ottobre come funzionava la faccenda of the juventus stadium, quando avevate il problema con the water, la questione è sempre quella: o ti compri la maglietta di Elia o paghi il coffee 1,50, scegli tu...

31 gennaio

Un lettore scrive:
«A Torino è nevicato per due giorni. Per i torinesi è normale. Si prevedono temperature rigide, addirittura (!) sotto lo zero. Anche questo per i torinesi è normale. «Ciò che non è normale è che migliaia di torinesi si ritrovino a casa, chiedendo permessi o ferie, da un giorno all’altro, per accudire i propri figli, vista la chiusura delle scuole “considerato il formarsi di vaste aree ghiacciate… in via precauzionale e a tutela della incolumità dei cittadini”, così come riportato dal sito del Comune. Trascurando il fatto che, per ottemperare a quanto scritto, si sarebbe dovuto dichiarare il coprifuoco impedendo a chiunque di uscire di casa, a cosa è servito il lavoro di centinaia di persone che hanno mantenuto la viabilità in ottimo stato? L’ordinanza, a mio parere, ha solamente compromesso un sistema che si sarebbe mantenuto in perfetta efficienza, così come è spesso avvenuto. I torinesi sanno convivere perfettamente con neve e gelo. Caro sindaco, abbia fiducia in loro, in modo che anche loro possano avere fiducia nelle sue decisioni».
DAVIDE TORTA

Davide, a me va bene, tutto questo per i torinesi è normale, però vaglielo a dire anche a tutti quelli che rompono le palle con le fotografie della città normalmente innevata e soprattutto stai tu a fare le discussioni perorando la causa delle centinaia di persone che hanno mantenuto la viabilità in ottimo stato con tutti quelli che rompono le palle con la storia che non si può circolare, che c'è neve dappertutto, che non hanno mai visto uno spazzaneve, che non han buttato il sale, che il sale l'hanno buttato ma era quello sbagliato e qualunque altra lamentela con cui i tuoi concittadini torinesi per cui tutto questo è normale stanno smaronando le palle in ogni bar, su ogni giornale, in ogni tg e ovunque qualcuno abbia l'insana idea di conceder loro un minimo di spazio.

Un lettore scrive:
«In città stanno aumentando a dismisura le auto con targa romena. Ho notato che non hanno nulla sul cruscotto: né certificato di assicurazione, né quello di revisione, anche quando sono vecchiotte. Tutto regolare, comandante Famigli?».
P. C.

P. io ho come l'impressione che non te ne fregherà niente, ma le auto con targa romena arriveranno dalla Romania (e immagino sia questo il tuo problema, oltre al fatto che molto probabilmente avranno portato dei romeni), quindi, se i proprietari nel frattempo non sono diventati residenti in Italia, non è che debbano seguire la regolamentazione italiana, una macchina con targa romena può essere qua di passaggio, per mille motivi, ma se tu non ci porti i dati per cui è obbligatorio esporre il tagliando dell'assicurazione anche in Romania, noi qua che ne possiamo sapere, mica ci si può basare sulle tue insinuazioni, poi, per dire, se ai tempi in cui qua era obbligatorio esporre anche il tagliando del bollo tu andavi in Francia e là il bollo non esisteva, non è che eri obbligato a toglierlo appena passavi a Mentone, anche con una macchina vecchiotta.

1 febbraio

Un lettore scrive:
«Mi rivolgo a voi per esprimere la mia indignazione ed il grande senso di impotenza che ho avuto l’altra mattina nel percorrere le vie cittadine di Torino in automobile. Per mia fortuna non uso molto l’autoveicolo; lavoro nelle vicinanze della mia abitazione e, quando devo spostarmi in città, utilizzo i mezzi pubblici oppure,durante la bella stagione, loscooter. «Forse sarà per questo motivo (perché non abituato alla consuetudine) che sono rimasto semplicemente allibito nel vedere quanti automobilisti usano con grande disinvoltura il telefono cellulare, senza chiaramente servirsi di vivavoceo auricolari. «Mi rifiuto di accettare un comportamento così scorretto che mette a repentaglio l’incolumità altrui oltre che la propria. In una ventinadiminuti,alleore 8,30,ho contato una decina di conducenti, di ogni sesso ed età, indisciplinati, attenti solo alle loro inderogabiliconversazioni».
DORIANO ZANELLA

Doriano, va bene l'indignazione e l'impotenza, ma tu davvero ti sei accorto che la gente parla al cellulare mentre guida solo l'altra mattina? Cioè a gennaio del 2012? E poi scusa, ma non ho capito, hai notato gli automobilisti che parlano al telefono perché eri in giro in automobile, ma perché scusa? Perché quando utilizzi i mezzi pubblici o lo scooter non ti accorgi di cosa fanno gli automobilisti? C'è un motivo? Io non riesco a capirlo.

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