martedì 21 giugno 2011

Se l'antimateria fa audience

Parto citando un amico che ieri ha splendidamente sintetizzato il lunedì sera televisivo: la materia contro l'antimateria, il pieno contro il vuoto. Universi a confronto: Hotel Patria su Raitre e Tamarreide su Italia 1. Fermo restando che anche solo perdere tempo sul secondo programma (?) sia un mero esercizio di stile, io una piccola riflessione vorrei comunque farla. Merita anche fare la premessa che la mia preferenza per il primo non è certo da far risalire al ruolo del conduttore, che ha casualmente il mio futuro lavorativo nelle mie mani. Insomma, i miei gusti tv sono, credo, noti.





E veniamo al cuore della questione: sempre ieri sera su Twitter scrivevano: "Se Tamarreide fa più spettatori di Hotel Patria, allora il berlusconismo non è finito". Sul fatto che il berlusconismo viva e lotti insieme a se stesso non ci sono dubbi e anche sul fatto che HP possa fare più spettatori di T nutro ben poche speranze. Ma non è questo il punto. Il Giornale e Libero già avevano spernacchiato Mario Calabresi per gli scarsi ascolti della prima puntata, ma più che altro in risposta ai consensi che il programma aveva raccolto dal resto dei quotidiani "amici" del direttore. La verità è che HP è un programma SCRITTO e PENSATO, il secondo la scopiazzatura mal riuscita di Jersey Shore, regno degli stereotipi italoamericani in onda su Mtv.

HP racconta storie. E lo fa bene. Ed è bello quando la tv lo riesce ancora a fare. Ieri, per dire, chiacchierando con Lorenzo Jovanotti, hanno raccontato di un giovane ingegnere di Vinadio che ha svoltato in California, tanto da portarsi dietro altri 11 ing suoi amici laureati al Poli di Torino con lui, e ha commosso e fatto incazzare il racconto del processo Eternit di Casale Monferrato (vi consiglio il documentario "Polvere" di Nicolò Bruna e Andrea Prandstraller). 

Su Italia 1 intanto andava in onda quanto di più lontano ci sia. Ho girato tre minuti durante uno spot: ebbene mi sono trovato questi energumeni e queste sciacque che entravano in un villone non so in quale amena località di mare, palesemente fingendo di introdursi all'insaputa dei proprietari. Quando ho sentito uno di loro, con accento napoletano dire una roba del tipo: "Un giorno spero di avere una casa così anche io, farmi una famiglia e trovare un lavoro?" ho spalancato talmente gli occhi che nemmeno Alex in Arancia Meccanica. Capite? Prima il villone, poi, solo dopo, il lavoro. Ecco. Il messaggio è bello che passato: i soldi prima di tutto. E il "problema" non sono sti poveracci che si fanno riprendere dalle telecamere, il problema è chi ha ideato e realizzato una simile porcheria.

Per lunedì prossimo, non ho dubbi. Tornerò a guardare Hotel Patria, con buona pace di Libero, del Giornale e di chi fugge davanti alla tivù che invita a pensare e che, una volta tanto, non corre. Lentezza, che tu sia la benvenuta.

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