mercoledì 29 giugno 2011

Specchio Riflesso - 29 giugno

Torna anche oggi la rubrica che nessuno aveva chiesto, ma di cui ormai tutti sentono il bisogno: da anni torinesi e non scrivono a "La Stampa", le lettere vengono selezionate e impaginate nella rubrica "Specchio dei Tempi" ma nessuno dà loro una risposta... adesso ci pensiamo noi.
Un lettore scrive:«Desidero segnalare che in data 10 maggio scorso, esasperato dalle continue telefonate e fax di offerte commerciali da parte di operatori telefonici (e anche di altri proponenti), mi sono iscritto fiducioso al Pubblico Registro delle Opposizioni (tel. 800.265.265), con la promessa di non riceverne più. «Ma le telefonate sono continuate come nulla fosse avvenuto, con mio grande fastidio e perdite di tempo nel mio ufficio. Avverto quindi quanti mi leggeranno di non credere affatto a questo promesso stratagemma per evitare le proposte commerciali, anche perché a conoscenza di non essere l'unico a essere stato preso in giro».
FERRUCCIO CLAVARINO
Ferruccio, ma tu davvero ci credevi? Cioè, tu hai pensato davvero che se ti fossi iscritto al registro delle opposizioni poi gli uffici commerciali avrebbero smesso di contattarti? Davvero eri "fiducioso" quando l'hai fatto? No, perché che avrebbero continuato a infastidirti era evidente, a questo punto se il problema sono le perdite di tempo nel tuo ufficio non solo non sono diminuite, ma sono aumentate, adesso hai perso tempo con le telefonate indesiderate, iscrivendoti al registro e scrivendo questa lettera.
Ah, vuoi un consiglio? Quando ti chiamano rispondi come me: "Mi spiace, ma con la vostra azienda sono già in causa, ero un vostro cliente ma non vi pagavo le bollette" di solito smettono.

Un lettore scrive:
«In questi giorni gli androni dei palazzi torinesi sono trasformati in depositi di elenchi telefonici, in gran parte ancora nel cellophane, perché quasi più nessuno li ritira. «Con l'utilizzo diffuso di Internet sono divenuti uno strumento obsoleto (e ingombrante) per la famiglia italiana. «Vien da domandarsi se sia opportuno continuare a stamparli e a inviarli a tutti gli abbonati al telefono anziché solo a chi ne faccia richiesta. Il patrimonio boschivo del mondo gliene sarebbe grato».
ALDO LIMA


Aldo, di che paese stai parlando? Perché l'utilizzo diffuso di internet, in Italia, tolte Grecia, Romania e Bulgaria, è il meno diffuso d'Europa.

Dato che oggi le lettere meritevoli di risposte erano un po'poche, ne abbiamo recuperate anche un po'delle più interessanti dalle ultime settimane di colpevole assenza:

25 giugno:
Una lettrice scrive;
«Qualche giorno fa mia figlia riceve una notifica dalla prefettura per pagare una sanzione di 62 euro per aver fumato nei bagni del liceo Cavour nell'ottobre 2007. All' epoca mia figlia era minorenne e non avendo ricevuto alcuna comunicazione dalla scuola ci rechiamo in prefettura dove constatano che mancando la comunicazione alla famiglia e la minore età della ragazza il decreto andava archiviato.
Peccato che comunicando questo a mia figlia lei mi dica di aver pagato regolarmente entro i termini. Ci rechiamo al Cavour a chiedere ricevuta del pagamento e troviamo una professoressa che si meraviglia del fatto che stiano arrivando tutti gli avvisi di pagamento (un bel faldone pieno). A questo punto chiedo spiegazioni per la mancata comunicazione aggravata dal fatto che si trattava di una minore. La risposta è che la preside si era assunta la responsabilità di non avvisarci per timore di una nostra reazione.
Peccato che questo non abbia impedito di sanzionare una minore, di accettare il pagamento della sanzione da una minore e mandare avanti la pratica (nonostante il pagamento effettuato) fino in prefettura. «A questo punto la cosa che sentiamo più grave è stato il non averci avvisato di una cosa così importante come il fumo che, preso per tempo, probabilmente non sarebbe diventata un'abitudine».
MILENA PACINI

Milena, la "cosa da sentire più grave" è che non vi abbiano avvisati e si siano intascati i soldi da una minorenne, perché per il resto... "probabilmente" NO, il fumo, anche se preso per tempo, sarebbe diventata un'abitudine lo stesso, avreste fatto il culo a vostra figlia che avrebbe continuato a fumare di nascosto e sarebbe diventata la stessa identica abitudine.

24 giugno:
Un lettore scrive:
«Sono statofermato dalla Stradale che ha accertato che l'assicurazione in mio possesso era scaduta; ricordavo di averla pagata, ma ovviamente non potevo dimostrarlo. Mi è stato detto che avrebbero chiesto conferma via radio dell’avvenuto pagamento. Nel giro di pochi minuti questa conferma è arrivata ed io, compiacendomi per l'efficienza della pubblica amministrazione, pensavo che la cosa finisse lì.
«Neanche per idea! Viene compilato un verbale con il quale si punisce la mia distrazione con una multa di 63 euro e mi si intima di “esibire entro 30 giorni presso un ufficio di polizia il contratto assicurativo e il contrassegno in corso di validità”. Mi viene inoltre raccomandato di accertarmi che sul verbale venga apposto un timbro che attesti l'avvenuta esibizione del documento e mi si fa presente che è opportuno che io conservi il verbale impreziosito dall'indispensabile timbro! Per quanto tempo? Per un tempo imprecisato. «E' stato abolito da tempo l'obbligo di tenere in macchina la ricevuta del pagamento della tassa di circolazione; perché non si fa altrettanto con il contrassegno dell’assicurazione, visto che può essere verificato sul’'istante l'eventuale inadempimento del cittadino?».
FERNANDO MENGA

Fernando, NO, non era ovvio che tu non potessi dimostrarlo, sarebbe stato sufficiente che tu avessi il contrassegno. Come scrivi bene tu è stato aboito l'obbligo di tenere la ricevuta della tassa di circolazione, non quella dell'assicurazione. Può essere verificato all'istante? Va bene, intanto devi ancora esporlo, poi fa solo che non ti trovi un giorno a scrivere una lettera dove ti lamenti che le forze dell'ordine dovrebbero essere usate per fare cose più importanti.

Un gruppo di lettori ci scrive:
«A seguito della polemica sui troppi locali del centro chiusi la domenica, noi del negozio Paissa di piazza San Carlo vorremmo far rilevare che per tutte le domeniche di festeggiamenti dei 150 anni e delle adunate siamo rimasti aperti. La nostra filosofia è sempre stata quella di offrire un servizio quanto più completo ai turisti e visitatori di Torino. Ci preme sottolineare che, oltre a noi, anche parecchi altri colleghi erano aperti, non soltanto “qualche vetrina in franchising”; noi e altri commercianti del centro continuiamo ad investire tempo e denaro con tante iniziative oltre le aperture domenicali, ma spesso i risultati sono comunque deludenti. «Sinceramente ci chiediamo quale sia lo scopo di questa polemica se non quello, tipicamente torinese, di piangersi addosso e darsi la “zappa sui piedi”. Per la prossima volta noi suggeriamo agli scettici di venire in centro e vedere le attività e i negozi che saranno aperti. Questo sarà utile per noi e di stimolo per altri commercianti che decideranno di sacrificarsi la domenica».
SEGUONO LE FIRME

gentili "voi del negozio Paissa", guardate che lo sappiamo che la maggior parte dei negozi in centro la domenica è aperta, lo sa chiunque ci sia andato, almeno quest'anno in cui in centro ogni domenica c'è qualche evento o manifestazione; quelli che scrivono e danno adito alle polemiche o se ne restano a casa e parlano per sentito dire, oppure escono per andare in un negozio specifico, lo trovano chiuso e olè, sotto con le rimostranze personali travestite da causa popolare... Ecco, non state a perdere tempo anche a rispondergli, che poi ne perdo anche io a rispondere a voi... dio mio in che tragico tunnel mi sono infilato...

Un lettore scrive:
«Non tutti siamo attenti agli sprechi. La caserma Cavour da sempre lascia le luci accese giorno e notte nei servizi, situazione ben visibile passando in via Monginevro. Lo stesso accade nella caserma Monte Grappa sul lato verso piazza d'Armi. E' una situazione frequente nelle scuole e negli uffici pubblici. Costerebbe meno installare un timer».
ROBERTO MONTANARO

Dio mio, Roberto, ma tu davvero giorno e notte vai in giro per strada a controllare le finestre dei servizi delle caserme?

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