martedì 14 giugno 2011

Tivù fa l'internettiano

Si sa come siamo noiosi noi di sinistra, con la giacca con le toppe sui gomiti e i pantaloni a coste. Non riusciamo nemmeno a goderci un bella soddisfazione come quella avuta ieri dai referendum: quella sonora spernacchiata che una vastissima parte di italiani ha rivolto a Berlusconi e ai suoi servi (liberi, sì, ahahahahaahah, e non), che subito attacchiamo a prenderci male.



Così, mentre ieri sera su WhatsApp c'era già chi guardava al futuro poco convinto: "Già, ma noi quali politici alternativi proponiamo?" scriveva in omaggio alla più classica "diminutio sinistrata" e a quel gusto tutto particolare all'autocritica tendente all'autolesionismo che a destra se la sognano, oggi tocca a me. Loro, al massimo vogliono più bastone, noi spesso rischiamo perfino nell'incertezza di dove mettere la carota.

E cos'è che mi preoccupa? Mi preoccupa l'enorme occhio di di bue che si è acceso sul web e sui social network (leggi pure Facebook e soprattutto Twitter). L'anziano miliardario, che è rimasto alle videocassette, non saprebbe nemmeno da che parte iniziare è ovvio, ma persino lui, tra una canzone napoletana e un farfallina, potrebbe accorgersi che il potere persuasivo delle tv sta venendo meno. E' vero che ha fatto ministro Mister Colpo Grosso, ma hai visto mai...

Ora, non è che io mi immagini la nascita di una Mediaset formato web, però temo che possano provare a controllare la Rete con qualche sordida leggina. Ci hanno già provato. Tentativi finora abortiti, ma adesso che hanno capito quali insidie possono giungere da essa (lì le loro balle hanno vita breve) e che vengono presi a schiaffi a suon di risate, ho paura che ci possano riprovare e con maggiore forza. Mi consola solo il fatto che abbiamo davanti una manica di cialtroni, che senza il loro duce faranno pochissima strada.

Noi stiamo vigili, perché ci sarà da lottare. Se il vento è cambiato è anche merito nostro. Continuiamo così.

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