sabato 1 ottobre 2011

Diego, ti spiego

Caro Diego, io lo so che probabilmente parto un po'prevenuto, già non mi stai molto simpatico e in più oggi mi costringi anche a usare uno dei tormentoni più tristi delle ultime pubblicità come titolo del post, ma probabilmente la cosa è reciproca, neanch'io ti sarò molto simpatico, d'altra parte non ho mai comprato un tuo prodotto: le scarpe coi gommini sono fatte nella peggiore delle ipotesi per degli wannabee e nella migliore per degli sfigati e quelle con la "H" sono fatte solo per i nani (in effetti quando ti ho incrociato ho capito perché le avessi inventate).
Qua però ti scrivo per quella lettera aperta che hai pubblicato oggi sui giornali, ecco, insomma, io tralascerei anche quella dietrologia tutta italiana per cui molti avranno pensato che questa cosa tu non avresti dovuto scriverla perché sei come tutti gli altri, perché magari ci vorresti essere tu a fare il politico come quelli che attacchi, che chissà se l'invettiva la rivolgi proprio a tutti i politici oppure quelli tuoi amici (come Mastella, toh, così, per dirne uno) pensi siano meglio degli altri, che magari la scrivi con dei secondi fini oppure ancora per preparare il terreno a chissà chi e ancora che allora l'avresti potuta scrivere qualche anno fa. La tralascerei e mi concentrerei su quello che invece hai scritto davvero e magari potrei dire che nel mezzo del calderone hai scritto anche delle cose sensate e pure delle cose condivisibili, ecco, mi ci concentrerei, e lo direi anche, ma Diego, davvero, io non son sicuro di aver capito bene tutto, perché, come dire, se hai voluto scrivere una lettera agli italiani, beh, ecco, cazzo, almeno scrivila in italiano.

Nessun commento:

Posta un commento