giovedì 27 ottobre 2011

Specchio Riflesso - 27 ottobre

Le nuove risposte alle lettere mandate a Specchio dei Tempi negli ultimi giorni

21 ottobre

Il presidente della Regione Piemonte scrive:
«Vorrei condividere con i lettori un fatto accadutomi pochi giorni fa nei pressi di un mercato cittadino di Torino. Parlando con una signora, purtroppo malata di cancro, sono venuto a scoprire che il suo medico curante le sconsiglia il farmaco generico, mentre la farmacia, giustamente, lo ha sempre suggerito come soluzione perfettamente equivalente al prodotto “di marca”. Per motivi comprensibili di privacy la signora non ha rivelato il nome del suo medico ed è andata via prima che io potessi concludere il mio ragionamento.


«Prendendo spunto da questo episodio, vorrei ribadire in modo chiaro che tanto per i cittadini pazienti quanto per il sistema sanitario regionale il farmaco generico rappresenta un’opportunità da utilizzare in via preferenziale e non un “ripiego” a basso costo. I principi attivi e quindi l’efficacia nella cura dei “generici” sono infatti esattamente equivalenti a quella del medicinale “griffato”. Comunque, per tutte le delucidazioni del caso, questa cittadina e altri che ne avessero bisogno possono far riferimento all’assessorato alla Sanità della Regione, che è stato informato dell’episodio».
ROBERTO COTA

Scusi presidente della regione Cota, innanzitutto grazie per la condivisione, poi sono d'accordo su tutto quello che riguarda i farmaci generici, ma per favore, ci racconta meglio la storia di come la signora se ne sia andata via prima che lei finisse il ragionamento? A parte che da come la mette lei sembra che la signora se ne sia andata via per motivi comprensibili di privacy, ma va beh, lei è padano, capisco che non si riconosca nell'italiano, ma quello che vorrei sapere è: la signora le ha raccontato della sua disavventura poi si è girata e se n'è andata lasciandola lì oppure ha provato ad aspettare che lei potesse concludere il suo ragionamento e poi ha abbandonato desolata sul far della sera mentre lei stava lì immobile mentre negli occhi le girava la clessidra di windows nell'attesa dell'elaborazione del concetto?

Un lettore scrive:
«Penso di scrivere per una buona parte dei cittadini che utilizzano il servizio ToBike, un servizio molto utile se funzionasse a dovere. Io sono un giovane pendolare di 23 anni sulla tratta Torino-Milano e oltre il fatto che ormai i treni dell’alta velocità sembrano dei carri bestiame a costo non conveniente vi scrivo per il servizio ToBike. Tutte le mattine alle 7 meno un quarto mi reco alla stazione ToBike per prendere la mia bici e recarmi a Porta Nuova, ogni settimana è una corsa contro il tempo, capita a volte che devo farmela di corsa fino a Porta Susa per non perdere il treno o le volte fortunate riuscire a prendere al volo un pullman imprecando che arrivi in fretta in stazione e tutto questo a causa delle stazioni fuori servizio, non solo quella in cui mi reco ogni mattina ma tutte quelle che incontro sulla strada che percorro. Non è logica una cosa del genere, io pago per usufruire di un servizio e ahimè questo servizio non è sempre presente, io posso metterci tutta la buona volontà di questo mondo e capire che questo servizio non sia semplice da gestire ma deve essere operativo per il cittadino che lo utilizza».
GABRIELE BOCCO



Gabriele, non so se scrivi per una buona parte dei cittadini, ma di sicuro per me sì, guarda, sfondi una porta aperta, io in tre settimane non sono ancora mai riuscito a sfruttare il servizio dopo aver avuto tutti i tipi di disavventure, ormai non so più cosa fare, vorrei dirti che troveremo una soluzione, andremo davanti alla loro sede per una dimostrazione con le motorette inquinanti, ma ormai sto perdendo ogni speranza... 

Una lettrice scrive:
«Molti si lamentano dei mancati scontrini dei negozi. Vorrei rassicurare tutti: i piccoli negozi con o senza scontrini pagano vagonate di tasse. Non per niente tanti stanno chiudendo, a favore di cinesi (chissà se le pagano le tasse anche loro?) e le grandi catene (che aprono ogni anno nuovi negozi). Senza contare i centinaia di migliaia di venditori abusivi: sul litorale di Genova ne ho contati, tranquilli e beati, più di 100, con ben esposta merce contraffatta. Le prostitute con i loro protettori hanno poi un giro miliardario sotto gli occhi di tutti, naturalmente senza scontrini. Tutta questa gente risulta senza reddito e quindi la dobbiamo mantenere, con i servizi a nostre spese. Tutti lo sanno, ma nessuno fa niente...».
MARIA GRAZIA BODINI



Eh, Maria Grazia, finalmente qualcuno che risponde agli invasati degli scontrini: i cinesi, le prostitute, gli illuminati, la morte nera... spiegaglielo tu, chi è che ha detto che il primo passo sarebbe fare ognuno quel che gli compete? C'è sempre un altro da accusare che fa peggio.


22 ottobre


Un lettore scrive:
«Leggo su “La Stampa” che gli abitanti del centro città lamentano di aver subito da inizio anno circa 700 eventi, per contro abbiamo aree di semiperiferia che potrebbero essere utilizzate per tali scopi e sono abbandonate. Mi riferisco in particolare alla ex area mercati generali di fronte a piazza Galimberti. Trattasi di un’area decisamente vasta, in gran parte coperta, con adiacente un enorme parcheggio accessibile da via Giordano Bruno e da via Zino Zini. Giova ricordare che queste strutture sono a 5 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria del Lingotto, a circa 15 minuti a piedi dalla fermata Lingotto della metropolitana (attraversando la passerella olimpica). I benefici che la città potrebbe trarne sarebbero diversi: fermare il degrado delle strutture, alleggerire il centro città dall’eccesso di eventi, facile accessibilità dell’area (piedi, bici, treni, mezzi pubblici, pullman e auto)».
LUIGI PERUZZI



Sì, Luigi, e dimentichi il beneficio più grande: non vediamo l'ora di sentire le lamentele anche di chi vive vicino alla ex area mercati generali perché fanno gli eventi vicino a loro.


Una lettrice scrive»:
«Buongiorno, anzi, solo “... giorno”", perché qualcuno si è portato via il “buon”. Ho 27 anni, laurea in Economia Aziendale, curriculum di tutto rispetto... ah, dimenticavo... sono disoccupata. Già, perché non basta avere un curriculum di tutto rispetto, ora bisogna aggiungervi e sottolineare la frase: “Ho esperienza”. In cosa, chiederete... in niente, la frase finisce lì, perché è la prima cosa che chiede o cerca sul curriculum un datore di lavoro.
«”Lei non ha esperienza, mmm... le faremo sapere”. - “Cosa? Cosa mi farà sapere?" -. Probabilmente, dall’alto della sua di esperienza, non avrà preso in considerazione che l’esperienza si fa lavorando! Insomma da qualche parte si deve pur cominciare... e allora date spazio ai giovani che a forza di lasciare curriculum, hanno speso un patrimonio in cartucce per stamparli... abbiate fiducia nei giovani, perché i “vecchi” hanno combinato un disastro e non hanno la più pallida idea di come uscirne... il futuro è nelle nostre mani, scommettiamo che siamo in grado di far meglio? Peggio non si può...».
VALENTINA GALLO



Valentina, hai ragione da vendere, solo due cose però: il "le faremo sapere" è più vecchio di me, te e i nostri nonni messi assieme, non è che se lo siano inventati per non far lavorare te e "i giovani" non è che siano 'sta categoria di meraviglie che salveranno il mondo per il solo fatto di esser giovani, ne conosco a sufficienza a cui non farei neanche fare il portinaio di un condominio, facciamo che dare spazio a chi è bravo?


23 ottobre


Una lettrice scrive:
«Mi riferisco alla bocciatura della proposta di aumentare il lavaggio delle strade del centro di Torino per contenere lo smog, ritenendola inefficace. «Chiedo ai signori componenti la maggioranza se nell’utilizzo dei servizi igienici privati presso le loro abitazioni o locali pubblici siano abituati a non usare quel dispositivo automatico che permette la pulizia dei sanitari, bensì a lasciare le cose “come stanno” in quanto - qualche ora dopo o il giorno successivo- si ripresenterà la stessa situazione. Analogamente desumo che nelle abitazioni dei predetti signori componenti della maggioranza non venga provveduto ad un periodico lavaggio dei pavimenti. Prego di abbandonare il solito atteggiamento inconcludente tra maggioranza e opposizione di bocciature contrapposte e di far leva sul buon senso tramandatoci dai nostri genitori, facendo quindi un buon utilizzo dell’acqua, onde evitare il quotidiano olezzo di deiezioni animali e umane nelle vie della nostra bella città, garantendo così anche un’ariapiùrespirabile».
MARIA



Maria, di grazia, parli di inquinamento o di pulizia? Perché nel caso son due questioni diverse, anzi, purtroppo il risparmio idrico servirebbe a ridurre l'inquinamento e uno dei cavalli di battaglia del risparmio idrico sarebbe proprio quello di non tirare lo sciacquone dopo essere andati al cesso (oppure sostituisci con la tua arzigogolata perifrasi).


24 ottobre


Un lettore scrive:
«Vorrei chiedere al sindaco se ritiene giusto che nella sua città, dove si chiede costantemente ai cittadini l’impegno di non utilizzare le auto, si preveda un aumento del 10% del costo del biglietto dei mezzi pubblici? Gli stipendi di noi cittadini non sono aumentati del 10%!
«Capisco un aumento del 2%, del 3%, ma leggendo bene vedo addirittura che vogliono portare il biglietto ad 1,20 euro! Forse l’euro non ci fa ben capire che 20 centesimi su 1 euro è un aumento del 20% altroché del 10%!! Lei ritiene logico un aumento del genere in un momento storico di grave crisi? ».
NICOLA TOLOMEO



Nicola, adesso, di grazia, a non far ben capire che se da 1 euro si passa a 1,20 euro l'aumento è del 20% al limite può essere l'ignoranza, mica l'euro, dai, più semplice di così...


26 ottobre


Una lettrice scrive:
«Desidero rispondere alla lettera di Valentina Gallo, pubblicata sabato, in quanto mi sento un po’ offesa dalle dure parole finali del suo scritto.
«Ho lavorato 40 anni come impiegata e responsabile amministrativa, poi, ma purtroppo nel 1996, a 48 anni, ho perso il lavoro, già a causa di una delle tante “crisi”… e garantisco che già allora non era facile trovare lavoro! Rispondevo a tutte le inserzioni, mi sarei adattata a fare anche altri lavori, ma sovente non ricevevo nemmeno risposta: un “bel giorno” venni convocata e mi trovai davanti due giovani imprenditori, molto intraprendenti, che cercavano un impiegato per la contabilità aziendale: spiegai loro che cosa avevo sempre fatto, mi guardavano interessati, ma alla fine mi risposero: “Signora, per noi lei ha troppa esperienza, a noi basta una persona appena diplomata, per farsi dell’esperienza ha tempo!” Poveretta… come farà a farsi dell’esperienza se non lavorerà con delle persone che già sanno fare il lavoro? E purtroppo per lei, signorina Gallo, quelle persone siamo noi “vecchi”, che abbiamo saputo tirar fuori dalle innumerevoli “crisi” l’Italia… che abbiamo permesso a voi giovani di studiare con calma e di andare all’università (mentre noi abbiamo dovuto lavorare e studiare), vi abbiamo fatto vivere in case confortevoli, acquistate con tanti sacrifici, da noi orgogliosi sessantottini! Per inciso io il lavoro poi l’ho trovato e anche un buon lavoro, che mi ha permesso di andare in pensione dopo 40 anni di contributi versati. Mi spiace che, forse, fra 30 anni, quando lei avrà più o meno la mia età, non ci sarò più a vedere se voi giovani di oggi, sarete stati capaci di fare meglio di noi!».
MARIA LUISA DEGIORGIS



Maria Luisa, non è che sei l'unica vecchia del mondo(anche se ammetto che come vecchia tu sia molto rock'n'roll e "sui giovani di oggi ci scatarri su"), non è che la lettera fosse scritta a te, la povera Valentina ha scritto quel che le è successo, tu poi parli di UNA esperienza di colloquio contro tutte quelle di Valentina, ora, siam tutti contenti, immagino anche Valentina, che poi tu abbia trovato anche un buon lavoro che ti abbia poi permesso anche di andare in pensione dopo 40 anni di contributi, ma, ecco, sulla questione pensione, se Valentina e gli altri "giovani di oggi" non dovessero arrivare a prenderla, io non scommetterei proprio che tutto stia nell'essere stati capaci di fare meglio delle generazioni passate.


Una lettrice scrive:
«Da quasi un anno, tre volte a settimana, per motivi di lavoro, mi trovo a soggiornare al Centro Congressi Villa Gualino. Quando si sale alla villa per la prima volta, da zona Crimea, percorrendo via Gatti, viale Catone e poi viale Settimio Severo su, verso la collina, si è catapultati in una Torino eterea, quasi impalpabile, e si diviene, a poco a poco, spettatori privilegiati di una città più cheta, eppure brulicante di vita...
«Ma la grande sorpresa soggiunge arrivati alla camera, sobria e al contempo pulita e fornita di tutto. Uno sguardo alla grande finestra e il fiato rimane a metà: di fronte a voi il cielo nitido su Torino, la catena delle Alpi, la basilica di Superga, la Mole così vicina che si ha l’illusione di toccarla per poterla mettere sul comodino... Da quella prima volta i miei soggiorni a Villa Gualino non sono più una mera necessità di trovare un alloggio per i giorni trascorsi a Torino, ma un vero e proprio rifugio per l’anima.
«Tra qualche giorno Villa Gualino sarà messa in liquidazione, il sogno cancellato, i ricercatori sfrattati, lo straordinario personale che vi lavora sgomento per l’incertezza della propria sorte. Villa Gualino, un’altra eccellenza torinese che finisce nella lista degli immobili che la Regione vende per fare cassa...».
ALESSANDRA CECCHETTI



Wow, Alessandra, l'indirizzo per il concorso di poesia era un altro, però, che dire? Grazie, davvero... Ah e se poi come ricercatrice non avessi futuro, su Monster ci dev'essere una posizione aperta per scrivere i dépliant degli alberghi.



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